E’ importante innanzitutto che ognuno possa scegliere, nei limiti del possibile, la disciplina che preferisce. Non importa molto se il medico consiglia il nuoto che è lo sport più completo: se il ragazzo preferisce giocare a tennis ad esempio, è giusto permettergli almeno di provarci.
Ciò a cui non sempre si presta abbastanza attenzione è la sicurezza durante lo sport: per praticare equitazione, anche a livello amatoriale il caschetto in metallo rivestito in velluto è indispensabile; così come per praticare motocross si devono indossare casco e paraschiena.
Troppo spesso inoltre, non si pensa ai denti: per rompere un dente ci vuole un attimo, per ricostruirlo non basta una vita. Sebbene non sia per nulla facile è necessario convincere i nostri figli che praticano sport di contatto quali rugby, hokey, skateboard, windsurf downhill e mountain bike, ma anche rollerblades, ad indossare il paradenti.
Di paradenti, ci spiega il dottor Paglieri, molto sensibile all’argomento, ce ne sono di vario tipo: da quelli più economici chiamati “mordi e indossa” o la loro evoluzione “scalda e mordi” che sono di dimensioni standard e non modificabili.
I paradenti di ultima generazione, invece sono costruiti su misura dal dentista e sono i migliori: non si dislocano nemmeno subendo colpi molto forti e assorbono gli urti perché i punti di contatto sono presenti su tutti i denti. Certamente questi ultimi sono i paradenti più costosi, ma per quanto possano essere cari, lo saranno sempre molto meno che una ricostruzione dal dentista.
“Quanto sia importante un paradenti – continua il dottor Paglieri – lo dimostra il fatto che il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) durante le olimpiadi ne faccia costruire uno per tutti quegli atleti che non se lo possono permettere.”
Che i nostri bambini siano meno importanti degli atleti olimpici? Non credo….
Silvia GALLI
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