E’ notizia di questi giorni che Allegra Versace, 25 anni, è entrata a far parte del cda della maison della medusa con il ruolo di consigliere di amministrazione delle società Gianni Versace e Gv Holding, entrambe presiedute dallo zio Santo Versace.
Fino ad ora, la figlia di Donatella, nonché nipote prediletta dello zio Gianni e azionista di maggioranza del Gruppo Versace, che ereditò a soli 10 anni in seguito alla morte dell’adorato zio, non si era occupata degli “affari di famiglia”.
Dopo aver conseguito gli studi prima alla British School di Milano e poi alla Brown University a Rhode Island, a New York ha lavorato come costumista in uno spettacolo di Rupert Everett, Blithe Spirit di Noel Coward e il suo desiderio sarebbe stato quello di far parte di un film indipendente.
La passione per le arti, e soprattutto per il teatro, è una delle caratteristiche che l’accomunano a Gianni Versace, del quale ancora oggi dice: “Lo zio non lavorava, il lavoro era la sua vita, tutto il suo entusiasmo, e i suoi piaceri, e le sue passioni per l’ arte e la musica erano il suo lavoro. Non credo che oggi esista qualcuno come lui, era unico”.
Sempre protagonista sui giornali di moda in quanto accompagnatrice della celebre mamma, la giovane Versace finora aveva fatto notizia per il suo cognome ma sembrava dimostrare una certa reticenza nei confronti delle apparizioni in pubblico e, soprattutto, delle interviste.
Nonostante, infatti, la popolarità della sua famiglia, Allegra in passato ha vissuto un periodo nel quale avrebbe voluto essere trasparente, per passare inosservata e seguire la sua strada senza costrizioni.
In quel periodo, difficile per lei, il suo disagio è venuto a galla attraverso il calvario dell’anoressia, dalla quale fortunatamente è guarita, ma che ha segnato una parte della sua giovinezza. Allegra lo ha definito “il mio periodo di assenza”, durante il quale i suoi pensieri annebbiavano la visione della realtà e non le permettevano di vivere con serenità. Per un certo tempo, dunque, il suo famoso cognome è stato ingombrante, tanto da arrivare a sognare di essere anonima, di non essere riconosciuta da nessuno.
Ora è tutto diverso, è entrata a lavorare per la griffe passando dall’ufficio stile, e di quella esperienza ha raccontato, con parole entusiastiche: “Sono tutti ragazzi della mia età e sono riuscita a convincerli che sono una come loro che ha la possibilità di fare questo lavoro creativo, che ho sempre sentito sin da bambina come necessario. Con i ragazzi lavoriamo in team, ma io sono la sola non pagata. Siamo diventati amici, usciamo spesso insieme”.
Sicuramente saprà affrontare il suo nuovo incarico con slancio e positività, ma anche con l’umiltà e la passione necessari per svolgere bene il proprio lavoro.
Noi facciamo il tifo per lei, ma siamo sicuri che, dopo aver vinto la battaglia contro l’anoressia, saprà essere altrettanto forte e determinata in questa nuova ed affascinante sfida.
Vera Moretti