Diana, principessa del popolo. Diana tormentata da un amore non corrisposto. Diana tradita. Diana vittima di regole che le andavano troppo strette. Diana principessa con gli occhi tristi. Ma anche Diana che trova la forza e il coraggio di ribellarsi. Diana che si innamora ancora, ancora e ancora. Diana che chiede un divorzio clamoroso. Diana che fa tremare la monarchia. Diana e la beneficenza. Diana mamma. Diana che rompe con i diktat di palazzo e sceglie abiti di Versace e dei più illustri stilisti italiani, venendo fuori in tutta la sua sensualità e bellezza come una farfalla dalla sua crisalide. Diana e la sua tragica morte. Indimenticata. Indimenticabile.
A vent’anni esatti dalla scomparsa di Lady D, una mostra a lei dedicata, curata da Elery Lynn, che ne racconta il suo amore per la moda e ripercorre il suo ruolo di icona di stile, attraverso una carrellata di immagini storiche e gli abiti più famosi da lei indossati, tra i quali possiamo ammirare il long dress di Victor Eldestein che indossò alla Casa Bianca nel 1985, il tailleur rosso con i bottoni dorati, oltre all’abito che ne accompagnò il debutto pubblico nel 1981. “Diana era consapevole dell’effetto che le sue scelte sartoriali potevano avere a livello diplomatico e del modo in cui la sua immagine poteva essere interpretata, oltre all’importanza che potevano rappresentare per il futuro degli stilisti da lei scelti e dell’industria della moda britannica. Per questo poneva estrema cura nella preparazione di ogni capo“, ha dichiarato la curatrice della mostra.
Diana: Her Fashion Story – questo il nome dell’esposizione, on view per tutto il 2017 – è ospitata a Kensington Palace e, in occasione della primavera, nel suo giardino dove – come riporta il Telegraph – il capo giardiniere e i membri dello staff che hanno avuto il privilegio e l’onore di conoscerla pianteranno i suoi fiori preferiti. “Questa mostra esplora la storia di una giovane donna che ha dovuto imparare velocemente le regole del dress code reale e diplomatico, e che ha così promosso i designer e l’intero settore della moda inglese. Abbiamo voluto ripercorrere l’evoluzione della sua crescecente fiducia in se stessa, la sua autoconsapevolleza rispetto a come la sua figura è stata rappresentata e la sua intelligenza nel comunicare attraverso gli abiti che ha indossato“, ha spiegato poi Eleri Lynn.
Pinella PETRONIO