L’abbiamo visto centinaia e centinaia di volte. Noi gente della moda, ma non solo. L’abbiamo visto per la straordinaria interpretazione di Meryl Streep (forse tra le sue migliori) e per l’ottima prova di Anne Hathway, che la rese famosa al grande pubblico, e Emily Blunt. L’abbiamo visto perché quegli abiti straordinari, quelle scarpe, quelle borse, quegli accessori ci hanno fatto sognare. Il diavolo veste Prada, che quest’anno compie dieci anni, è probabilmente il film cult degli appassionati di moda.
È stato il motivo per cui molte e molti hanno bramato di potere essere un giorno nella vita un fashion editor, anche solo per un giorno, e saccheggiare a mani basse sandali di Jimmy Choo, pellicce di Fendi e borse di Chanel (no, i fashion editor non possono saccheggiare il guardaroba delle redazioni, parola di Coccinella), così come aveva fatto Andrea. È stato ed è ancora oggi per molti una specie di bibbia, un film sacro da vedere e rivedere. Ha svelato a chi non sapeva nemmeno chi fosse chi era Anna Wintour, la Papessa della moda, direttrice di Vogue America, a cui il personaggio di Miranda è ispirato. E chi la conosceva, alle sfilate, ha iniziato a guardarla con un certo timore… e ad avere un disperato bisogno di Chanel.
L’abbiamo amato poi perché nel cinismo spietato di Miranda Priesley abbiamo intravisto delle sante verità sul mondo della moda, da stampare e rileggere, da utilizzare contro chi di dice di essere fuori da ogni schema imposto dalle tendenze della moda.
“Oh, ma certo, ho capito: tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con te. Tu apri il tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito per esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di cosa ti metti addosso, ma quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo, e sei anche allegramente inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar de la Renta ha realizzato una collezione di gonne cerulee e poi è stato Yves Saint Laurent se non sbaglio a proporre delle giacche militari color ceruleo. E poi il ceruleo è rapidamente comparso nelle collezioni di otto diversi stilisti. Dopodiché è arrivato a poco a poco nei grandi magazzini e alla fine si è infiltrato in qualche tragico angolo casual, dove tu evidentemente l’hai pescato nel cesto delle occasioni, tuttavia quell’azzurro rappresenta milioni di dollari e innumerevoli posti di lavoro, e siamo al limite del comico quando penso che tu sia convinta di aver fatto una scelta fuori delle proposte della moda quindi, in effetti, indossi un golfino che è stato selezionato per te dalle persone qui presenti in mezzo a una pila di roba“, questa ad esempio.
Ma soprattutto abbiamo adorato ogni singolo look sfoggiato da Andy & Company, che abbiamo preso come ispirazione per molti dei nostri di look. Nella gallery abbiamo raccolto alcuni delle mise più belle viste (e da molti riviste) durante l’ora e 50 minuti del film.
Pinella PETRONIO