Elena Mirò è un nome, un marchio che tutti conosciamo, indipendentemente dalla taglia che indossiamo. E’ impossibile, infatti, non rimanere affascinati dalle bellissime e gioiose modelle che sfoggiano look e sorrisi invidiabili, in barba alla dieta e ai corpi “grissino” delle top model più affermate.
Forse non tutti sanno che il nome Elena Mirò è, appunto, solo un nome, dietro il quale non c’è una persona in carne ed ossa. Non si tratta nemmeno di uno pseudonimo, come a volte succede tra le grandi firme della moda. E ciò che stupisce di più è che l’idea di dare vita ad un marchio interamente dedicato alle taglie comode è venuta ad un uomo, e non a una donna!
Elena Mirò fa parte, infatti, del Gruppo Miroglio, fondato ad Alba da Giuseppe Miroglio nel 1947 e che ha come Presidente onoriario e Presidente rispettivamente Carlo Miroglio e Carlo Callieri, e Giuseppe Miroglio come amministratore delegato.
Una fortunata intuizione ha portato, nel 1984, al lancio del marchio ormai diventato una certezza anche al di fuori del mercato nazionale e da quel momento ha racimolato consensi e successi, che sono culminati, nel 2005, con l’entrata ufficiale di Elena Mirò sulle passerelle di Milano Moda Donna.
Da quell’anno, è sempre affidata alla mitica brand l’apertura ufficiale delle settimane della moda, con la sfilata in passerella di modelle che, spensierate e divertite, indossano fiere i loro capi taglia 48, e oltre, senza sentirsi in soggezione nei confronti delle magrissime colleghe. Non avrebbero certo motivi per esserlo, ma, in un mondo ossessionato da perfezione fisica che, per raggiungere, fa sprofondare tante ragazze nel baratro dell’anoressia, è giusto ribadire che ognuna di noi deve accettare il proprio corpo e amarlo per come è. Bisogna prendersene cura, certo, ma senza pretendere l’impossibile e accettando i difetti, trasformandoli, magari, in punti di forza.
E’ questo che Elena Mirò ha insegnato a molte donne: valorizzare le proprie doti, sdrammatizzare sui chili di troppo e sentirsi belle e desiderabili anche se non si entra nelle taglie “canoniche”. Tutto ciò è possibile indossando i capi della brand, i primi ad essere eleganti, curati nei particolari e rispettosi delle curve femminili. Anno dopo anno, collezione dopo collezione, sempre più donne si sono lasciate avvolgere dai tessuti di Elena Mirò, stanche di indossare abiti capaci solo di svilire la loro femminilità.
Si è trattato di una piccola rivoluzione, che però è stata accolta con entusiasmo, perché ci si muoveva in un campo inesplorato ma ben presente e quindi bisognoso di collezioni mirate e linee di abbigliamento in grado di supportare la prorompenza del corpo mediterraneo.
Da quel momento, le donne hanno imparato a definirsi morbide e non grasse, burrose e non sovrappeso, e ciò è stato importante per l’autostima.
Apice di questo messaggio è stata sicuramente la campagna pubblicitaria di qualche anno fa, che vedeva visi bellissimi e allegri salutarci da cartelloni pubblicitari appesi in tutte le città, semplicemente dicendo: “Ciao magre!”.
Con quel messaggio si sottintendeva che la vita va assaporata e che le privazioni non possono essere all’ordine del giorno e che la felicità passa anche da un bignè alla crema, o una fetta di torta al cioccolato, consumate con serenità e senza sensi di colpa.
Vera Moretti