La moda pensa e propone cose che voi umani… Non provate a capire come, dove, quando e perché gli stilisti scelgano di lanciare certe tendenze che dire assurde sarebbe riduttivo. Sarebbe inutile. Non provate ad esempio a capire perché i designer delle più importanti maison per la primavera estate che verrà (speriamo più per la primavera che per l’estate) abbiano deciso di inserire nelle loro collezioni, tra svolazzanti abiti di chiffon e bikini, le pellicce. Già, proprio così le pellicce.
Rimarrà un mistero della fede che forse solo Anna Dello Russo, che non si preoccupa a farsi vedere a settembre sotto il sole ancora caldo di Milano, durante la settimana della moda, infagottata in cappotti da zarina dell’autunno inverno a seguire, può capire. Ma provate a spiegare ad una donna pur appassionata di moda, che a luglio si scioglie come un ghiacciolo sulla spiaggia di Mondello e i cui tacchi sprofondano nel rovente asfalto milanese, la sensatezza di indossare uno smanicato di astrakan o delle décolléte bordate di pelo.
La cosa che stupisce è che l’insana idea non è venuta soltanto ad una maison, no. Sul banco degli imputati sono diversi i marchi di moda che hanno scelto di fare sfilare sulle loro passerellestole di visone, borse di cincillà o giubbotti di volpe. Loro, gli stilisti intendiamo, si difendono da chi li accusa dell’assurdità della questione, sostenendo che le nuove tecniche di lavorazione e i trattamenti sul lato interno del cuoio e su quello esterno del pelo rendono la pelliccia estremamente leggera, quasi come tessuto, e “perfetta” per la primavera.
Per la primavera di Mosca, probabilmente. E dato che tra i principali mercati esteri primeggia quello russo, vien da pensare. Ma bando alle cattiverie. Quali sono i marchi che hanno ritenuto opportuno inserire stole di visone e giacche di astrakan in collezione? Miuccia Prada, ad esempio, sceglie di fare sbocciare margheritoni non su abitini leggeri leggeri, come la stagione imporrebbe, ma su stole, cappotti e T-shirt di pelliccia nera, oppure bianca, a cui vengono abbinate piccole clutch e pochette sempre di pelliccia e con stampe floreali.
Sempre Miuccia Prada, ma questa volta per Miu Miu, la utilizza per piccole cappe, cappotti vestaglia e bluse bicrome. Pellicce leggere come chiffon anche per Fendi che sotto la direzione creativa di Karl Lagerfeld che ha scelto di inserirla in abiti di vaga ispirazione sixities, realizzati tramite blocchi di colori di materiali differenti.
Pare che quest’onda anomala di pellicce a primavera abbia colpito anche borse e scarpe. È stato già difficile convincerci ad indossare, piuttosto che vezzosi sandaletti con listini sottili, pump chiuse che ci soffocano i piedi, e adesso dovremmo pure abituarci all’idea che queste pump debbano essere ricoperte di visone bianco? Anche no, grazie. Benché siano di Céline e benché siano tanto deliziose, con quell’allure da scarpa da zarina russa. Anche Max Mara si è prestata alle regole del gioco e per la primavera estate 2013 ha proposto maxi borse, bauletti e shopper in pelliccia.
La verità è che la moda ha ragioni che la ragione non conosce. Ma è probabile che il business queste ragioni le conosca, e pure bene.
Pinella PETRONIO