Nel mese del Pride, in un momento storico che continua a riflettere e a interrogarsi sulle tematiche di genere, ci piace raccontarvi di una mostra che medita e ragiona sulla moda maschile. Fashioning Masculinities, The Art of Menswear – allestita in partnership con Gucci – celebra “il potere, l’arte e la diversità degli abiti e dell’apparenza maschile“, come si legge sul sito della maison.

Fashioning Masculinities, The Art of Menswear: date e luogo

Visitabile già dal 19 Marzo e fino al 6 Novembre 2022 al V&A – Victoria & Albert Museum di Londra, Fashioning Masculinities, The Art of Menswear intende ripercorrere la strada attraverso la quale designer, sarti e artisti hanno inventato, costruito e reinventato i codici della moda uomo, nel corso dei secoli, creando e rappresentando la mascolinità, onde poi arrivare a “scucirla punto per punto” – sempre come si legge sul sito di Gucci – liberandola dagli stereotipi.

100 look e 100 opere d’arte

Con la co-curatela di Claire Wilcox e Rosalind McKever e l’allestimento di JA Projects, “Fashioning Masculinities – si prosegue – presenta circa 100 look e 100 opere d’arte, esposte tematicamente in 3 gallerie. Look contemporanei creati da famosi designer e talenti emergenti sono esposti insieme ai preziosi reperti storici della collezione V&A: sculture classiche, dipinti rinascimentali, fotografie iconiche e film e performance d’impatto”. L’insieme, di grande impatto visivo, mette immediatamente in evidenza in fatto che la gender fluidity non sia un invenzione di questo secolo ma che esiste da sempre. Ciò che viene oggi considerato gender fluid si rifà, quindi, a canoni stilistici, colori, forme anche lontane nei secoli.

Fashioning Masculinities, The Art of Menswear: Una struttura tripartita

Una struttura tripartita, dicevamo, per liberare la moda maschile dalla schiavitù del genere. La prima sezione – Undressed – racconta il corpo che si nasconde sotto l’abito. Possiamo trovare una copia dell’Apollo di Belvedere e dell’Ermes Farnese, una scultura di Rodin, opere di David Hockney, campagne pubblicitarie di Calvin Klein e la moda di Jean-Paul Gautier. Ma anche le fotografie di Lionel Wendt, Zanele Muholi e Isaac Julien.

Overdressed

Lo spazio Overdressed racconta le dinamiche di potere dell’universo sartoriale, pensato per l’uomo contemporaneo. Insieme ai ritratti di Joshua Reynolds e di Jean-Baptiste Perronneau, possiamo trovare l’abito su misura di Randi Rahm, indossato da Billy Porter ai Golden Globe del 2019, e poi ancora smoking, cravatte, cappe preziose. Tutto quanto costituisca parte fondante di un guardaroba maschile d’élite, fatto di materiali lussuosi e opulenti, come sete e velluti, colori audaci e pattern audaci, come quelli di Kim Jones per Dior o Alessandro Michele per Gucci. Un’ampia sezione sul rosa sottolinea la rinnovata popolarità, presso il pubblico maschile di un colore che dall’800 in poi era diventato sinonimo di femminilità.

Fashioning Masculinities, The Art of Menswear: Redressed

L’ultima sezione, Redressed, racconta le origini, le evoluzioni e le “rivoluzioni” dell’abito su misura, attraverso capi storici della collezione del V&A che trovano spazio insieme a rivisitazioni contemporanee (viene incluso, in questa sezione, un kilt disegnato da Nicholas Daley). Si dedica spazio alla sartoria inglese. Segue poi una sezione dedicata alle uniformi militari, con una riflessione sul modo in cui ha influenzato il guardaroba civile maschile nel tempo. Nello spazio Redressed, troviamo, inoltre fotografie che ritraggono uomini che hanno segnato il corso della storia con il loro stile di vita, insieme a dipinti che mostrano atteggiamenti mutevoli. Fashioning Masculinities, The Art of Menswear è, in ultima istanza, una mostra imperdibile per comprendere che quello che consideriamo un vivido spaccato dei nostri tempi è una realtà che accomuna i secoli. Un’occasione per abbattere qualsiasi forma di tossici stereotipi che ancora oggi fanno da sotteso all’identità di genere maschile.

P.P.

(Credit ph. @vamuseum