Aspirapolveri, frullatori ad immersione, ferri da stiro con e senza caldaia grembiuli e utensili per la casa. Vi pare possibile che questi siano i regali fatti a posta per celebrare la Festa della mamma? Non scherziamo. Una donna non smette di essere donna solo perché diventa mamma. Una donna, quando diventa mamma, non si trasforma nell’angelo del focolaio, incatenata a pile di panni da lavare e da stirare, non diventa le regina dei fornelli né agogna di passare il suo tempo relegata tra le quattro mura domestiche.
Una mamma ha desideri che vanno al di là dei figli, della famiglia, del marito e della casa. Una mamma ama ancora indossare i tacchi, vestirsi con cura, impazzisce per i gioielli, adora le borse e vuole piacere a se stessa in primis e al partner successivamente. Ha sogni, sfogliando le riviste di moda, e desideri. Qualcuno realizzabile, qualcuno meno realizzabile. È possibile che nel 2016 gli assunti che ruotano intorno alla parola “mamma” siano ancora così retrogradi e maschilisti? E quando parliamo di maschilismo non ci riferiamo soltanto agli uomini. Ma anche a tutte quelle donne che non sono riuscite ancora a liberarsi di un retaggio culturale che implica, una volta preso in braccio un pupo, di dovere essere solo ed esclusivamente a servizio di esigenze altrui, dimenticandosi delle proprie. Di quelle donne che se una mamma lascia il piccolo a casa con il padre per fare un aperitivo con le amiche, non è una buona mamma.
Di tutto questo, ricordiamoci anche e soprattutto domenica 8 maggio, quando con un mazzo di peonie profumate la stringeremo in un abbraccio e le daremo il nostro regalo. Che sia il paio di scarpe che desiderava, che sia la borsa che aveva visto in boutique e non si era comprata, che sia un abito, una felpa o un bracciale, mentre acquistiamo il regalo per lei, teniamo in mente che una mamma è una donna.
Pinella PETRONIO