Jane Birkin ha fatto la scoperta dell’acqua calda. Hermès fa le borse in pelle di coccodrillo – maddai – e lei, dopo più di 30 anni, assoda il concetto e ci ripensa: “No, miei cari. Togliete immediatamente il mio nome alla vostra borsa perché sono un’animalista”. In realtà, sembrerebbe che ad indignare la cantante e attrice non sia stato proprio il fatto che le borse siano fatte in pelle (quello vogliamo sperare lo sapesse già). Ma le “pratiche crudeli” utilizzate dalla maison nella macellazione degli animali.
Parrebbe che l’artista, dopo essere venuta a conoscenza dei metodi crudeli con cui vengono macellati i rettili e dopo avere firmato la petizione Mercy for Animals, Pietà per gli Animali, sponsorizzata dell’attore Joaquin Phoenix contro «tutti i comportamenti inadeguati contro gli animali», abbia chiesto alla maison del lusso francese, le cui borse – in coccodrillo e non solo – costano quanto almeno un paio di rate del mutuo, di togliere il suo nome dalla leggendaria borsa di coccodrillo.
Era il 1984, quando la Birkin (l’attrice, non la borsa) incontrò casualmente in aereo Jean-Louis Dumas, allora presidente di Hermès, e gli chiese delle modifiche alla sua borsa, firmata dalla maison francese, per renderla più pratica; motivo per cui, da allora, la borsa che portava l’attrice, venne chiamata con il suo nome.
Intanto che le polemiche impazzano, da Hermès arrivano rassicurazioni sul trattamento degli animali. La maison ha cercato di tranquillizzare Jane Birkin, promettendo delle sanzioni in caso di “manifeste infrazioni” negli allevamenti di coccodrilli di cui la maison del lusso francese è partner. Si legge in una nota: “Hermès rispetta e condivide la sua emozione ed è scioccata dalle recenti immagini diffuse“, facendo riferimento ad un video dell’organizzazione animalista Peta, girato in un allevamento di coccodrilli nello Zimbabwe che a detta dell’organizzazione sarebbe fornitore delle pelli per le borse di Hermés e in un allevamento di alligatori in Texas, che fornirebbe, invece, le pelli per i cinturini degli orologi.
Continuano da Hermès: “Una inchiesta è in corso nella allevamento del Texas. Ogni manifesta infrazione sarà sanzionata“, sostenendo anche di imporre “ai suoi partner i più alti standard nel trattamento etico dei coccodrilli“. “Controlliamo – fanno sapere – le loro pratiche e le loro conformità con le regole di macellazione fissate dai veterinari e con le regole stabilite dalla Convenzione di Washington del 1973″.
Noi non sappiamo se le rassicurazioni fornite quam celerrime da Hermès abbiano fatto desistere l’attrice dal proposito. Quello che, però, perdonateci, ci chiediamo è: anche se gli animali in questione sono macellati in conformità con regole stabilite dalla Convenzione di Washington, anche se vengono eticamente trattati con alti standard, gli animali in questione non vengono lo stesso macellati e ridotti in borse, acquistate da ricche signore milionarie? Perché la sensibilità della Birkin è a senso unico?
Pinella PETRONIO