Sono stanca”. Così esordiscono le giornaliste di moda della vecchia guardia ancor prima che la Fashion Week abbia inizio. Ma stanca di cosa? Ci si chiede. Ora è vero che andare in giro tutto il giorno per sfilate e presentazioni non è esattamente così favoloso come tutti immaginano (soprattutto quando nevica). Ma è pur vero che non è nemmeno come andare a spalare carbone in miniera, soprattutto se c’è una macchina gentilmente offerta da Camera Moda che viene a prenderti a casa e ti accompagna dritta dritta alle sfilate.

Di ben altro umore e attitudine sono invece le giovani fashion editor. Entusiaste e felici di farlo questo lavoro. Quello per cui hanno lottato e lottano giorno dopo giorno. Anche perché, diciamolo, di questi tempi entrare a far parte di questo circolo privilegiato ed elitario non è facile. E sono contente anche se vanno agli show con la navetta sempre della Camera della Moda e con i mezzi pubblici, anche se devono stare in fila sotto la neve perché in standing. Perché la moda è divertimento, è spensieratezza. Non è dramma sociale.

Trussardi apre la nostra quarta giornata di Milano Moda Donna. Ci attendono all’ingresso grandi teste di alci, come quelle che i cacciatori appendevano a mò di trofeo nelle case di montagna di un tempo. La donna di Trussardi vuole andare via dalla città per respirare l’aria pulita della campagna, ma nel contempo non riesce a rinunciare ad un’attitudine metropolitana nel vestire. E non avendo portato molti vestiti con sé ruba dall’armadio del suo uomo cappotti oversize e trench lunghi fino alle caviglie. Ma la donna Trussardi, tuttavia, non sa e non vuole rinunciare ad un’attitudine metropolitana e sofisticata. Così si succedono in passerella gonne a pieghe di chiffon, abbinate a bluse in pelle, longuette al ginocchio, chemisier sei bottoni con enormi reverse, abiti dalle stampe grafiche e maglie in stampa animalier.

La porti un bacione a Firenze”. Alla Firenze di Ermanno Scervino, la cui cupola del Duomo si intravede dalle finestre disegnate sullo sfondo e illuminate da lampadari di cristallo. Gli stessi scintillanti cristalli che sberluccicano su tutti gli abiti della collezione per l’autunno inverno 2013 2014. Le modelle, i cui capelli sono tenuti fermi da fazzoletti di pelliccia, indossano cappotti di flanella dal taglio iper femminile, ma maschili nei tessuti, in un trionfo di 50 sfumature di grigio. La passerella si apre con austero ma molto raffinato chemisier e prosegue con uno scintillio di cristalli swarovski applicati su abiti che esaltano il punto vita e tubini sciancrati, resi ancora più lussuosi dalle stole di pelliccia, appuntate al collo come fossero grandi pachmine. La palette cromatica è raffinatissima: grigio, burgundy, beige e verde bosco. La proposta per la sera prevede abiti di pizzo o di seta con profonda scollatura sulla schiena. Irriverente la scelta di fare sfilare in mezzo a quest’ode all’eleganza lussuosa d’altri tempi cappotti e gonne animalier.

Da Roberto Cavalli una location strabordante di gente adorante e fotografi infuriati e urlanti contro la siepe umana di standing appollaiata davanti ai loro obiettivi. Questa volta la security fa meglio il suo lavoro e gli animalisti inferociti non riescono ad entrare e salire sulla passerella, dove le modelle portano in scena uno spettacolo degno del migliore Cavalli. Una donna che si compiace della sua femminilità e sa essere sexy, sensuale e provocante indossando minidress nei toni del blu, del bordeaux e del rosso intenso incrostati di borchie e cristalli che scintillano ad ogni passo. Roberto Cavalli, poi, tra ispirazione dagli arazzi delle case fiorentine e li stampa su pantaloni skinny, felpe, tailleur giacca-pantalone e cappotti damascati. Pantaloni leggermente a zampa e gonne sono abbinate a pellicce black&white o multicolor.

Vi ricordate Ophelia, l’eroina shakespeariana protagonista dell’Amleto? Bene, a lei e alla sua fragilità emotiva, romanticamente intesa, che la porta alla follia si ispira Manuel Facchini per disegnare l’autunno inverno 2013 2014 della donna Byblos. Apre la passerella una processione di abiti in bianco e in nero: lunghi e leggerissimi con inserti di pizzo o mini con spalle alte e strutturate, a citare gli anni ’80, sono portati con stivaletti con plateau e lunghi guanti. In testa una fascia a fermare i lunghi capelli lisci. Tessuti damascati diventano materia prima imprescindibile di minidress, maglioni e cappotti dalle spalle arrotondate. La collezione mixa sapientemente il mito romantico di una donna decadente e una moderna ispirazione grunge, tangibile nelle zip, nei giubbini biker di pelle abbinate all’abito in pizzo e nei pantaloni attillatissimi di pelle.

È il tessuto l’indiscusso protagonista della collezione autunno inverno 2013 2014 di Cividini che gioca con stampe raffinate ed eleganti, rubate al guardaroba maschile o prese da quello femminile. Un’eleganza composta che si rifà agli anni ’70 a partire dalla citazione ai Beatles con i pantaloni, stampa cravatta, scampanati sul fondo, per arrivare agli abitini Mary Quant style in jaquard di lana e seta. Accessori cult sono i guanti lunghissimi, borchiati o no, e i mocassini bicromi, ultraflat e con nappine.

Pinella PETRONIO