Sembra un’assurdità, vero? Beh così non è. Serve qualche esempio? Ne abbiamo in quantità industriale e tutti, ma proprio tutti, in comune hanno una caratteristica: sono nomi inglesizzati. D’altronde una volta non si parlava di pret a porter? Bene oggi è ready to wear!
Se ormai ci siamo abituati a chiamare display lo schermo dello smartphone (telefono cellulare ormai è un termine del paleolitico), a parlare di magazine invece di rivista, a sbirciare il backstage delle sfilate, dire dietro le quinte ci sembra troppo provinciale, per quanto riguarda il dress code facciamo un po’ fatica.
Facciamo qualche esempio per rendere l’idea. Alla fine degli anni 80 Madonna, nata Ciccone, ha sdoganato i fuseaux come capo di abbigliamento: fino ad allora infatti li usavano solo Sidney Rome e Lara Saint Paul in accoppiata a scaldamuscoli rosa nelle loro lezioni di aerobica.
Ma se la differenza tra fuseux e pantacollant sta nella staffa da far passare sotto il piede, qual è la differenza tra pantacollant e leggings? Nessuna, ma sfidiamo le nostre lettrici ad entrare in un qualsiasi negozio, anzi, department store, e chiedere un pantacollant senza essere riprese dalla commessa di turno.
Le ciabatte, perché di questo si tratta in realtà, prima negli anni 70 e poi all’inizio dei 2000 sono assurte a sabot, ora che tornano a ripopolare le vetrine più alla moda sono indicate come mule.
Alzi la mano chi non ha almeno una volta desiderato, provato o acquistato una tuta intera per sentirsi estremamente sexy e ai limiti dell’aggressivo? Beh, ora dovrà chiedere una jumpsuit.
Per quanto riguarda il tempo libero sweater e sneaker hanno sostituito felpa e scarpe da ginnastica, ma solo nel vocabolario, perché nella realtà sono esattamente la stessa cosa! Dello scollo off shoulder abbiamo già ampiamente parlato e del fatto che sia la versione moderna dello scollo a barca sembra che proprio non ci siano dubbi.
Veniamo agli orrori per antonomasia: per fortuna stanno scomparendo, ma i pinocchietti, negli anni 90 non si chiamavano Capri? E il marsupio che purtroppo, soprattutto in estate ancora ha il suo periodo di massimo fulgore ora è salito agli onori delle cronache con il nome di belt bag con la canottiera, che è senza dubbio uno dei peggiori orrori di stile, ora definita marcel.
Scarpe ed accessori in questo vortice linguistico la fanno da padrone e le scarpe con il tacco alto sono immediatamente pump, mentre le infradito flip flop. La borsa a secchiello, per intenderci, quella lanciata da Louis Vuitton e che ha fatto sognare tutte le adolescenti anni 80, ora si chiama bucket bag mentre la tracolla crossbody. La pochette è ora una clutch E quella aperta, senza chiusura? Cabat, naturalmente!
E non abbiamo finito perché il cappotto doppiopetto diventa il peacoat, mentre il dolcevita è turtleneck, perfetto se abbinato a una pencil skirt (leggi gonna a tubino)
Tutto chiaro? Pronte per andare a fare compere? O meglio per una seduta di shopping compulsivo?
Silvia GALLI
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