E dopo la Vogue Fashion’s Night Out – solo un piccolo assaggio di look circensi fotografabili per le vie di Milano – è iniziata ieri, nel capoluogo meneghino, Milano Moda Donna, che vedrà sfilare in passerella le collezioni pensate dagli stilisti per la prossima primavera estate 2016, con un ghiottissimo contorno costituito dalle solite polemiche tra giornalisti e pr, dalle mise improbabili indossate soltanto per movimentare lo street style milanese e da fashion gossip vari ed eventuali.
Quando ieri mattina blogger e giornaliste, pronte con il loro look studiato mesi e mesi prima, hanno aperto le finestre e guardato il cielo hanno avuto un attimo di sconforto. Fulimini, saette, cielo plumbeo – che nemmeno quando Noè guidava l’arca per salvare pochi eletti – e pioggia. Tanta pioggia. Così tanta che qualcuno ha voluto vedere in questa manifestazione della natura un presagio funesto, una maledizione divina per colpire – leggetelo con ironia – tutti gli eccessi e le esagerazioni di chi in questo mondo ci lavora. Della serie “c’è già bastata la Vogue Fashion’s Night Out, perché volete farci questo?“.
In questa prima giornata di Milan Fashion Week, molti i nomi importanti che hanno sfilato insieme a brand più giovani, che si stanno affacciando, imponendosi, da qualche anno nel panorama della moda italiana e internazionale. Fra i big in calendario, con grande trepidazione, era attesa la sfilata di Gucci sotto la guida di Alessandro Michele, che già durante la Fashion Week Uomo di giugno aveva dato modo a molti di parlare. Spinta da un forte vento di cambiamento, la maison fiorentina ha dopo tanti anni cambiato location (dove si fotograferanno le blogger, adesso che non hanno più il binario del tram 9 davanti davanti all’ex location della sfilata, non è dato sapere).
Ma i cambiamenti più forti e significativi si sono visti in passerella dove Alessandro Michele ha dato vita ad un vero e proprio spettacolo. Uno spettacolo che ha unanimemente convinto tutti. Che ha fatto tirare un sospiro di sollievo al pensiero che in Italia, un nuovo tempo della moda – quello dei nuovi e promettenti talenti – è vicino. Un mix perfetto tra presente e passato, che niente ha di scontato, ma che riesce ad assestarsi in un equilibrio perfetto di forme, colori e decori. Niente sembra essere fuori posto, nemmeno quel dettaglio che sembra stridere e che invece è messo lì in maniera intelligente. “Ho scoperto il personaggio di Madeleine de Scudery, un’intellettuale che nel 1654 pubblicò la Carte de tendre, una carta della tenerezza. Disegnò una geografia emotiva dell’Europa con un senso dell’intelligenza molto, molto femminile. Ho preso quelle mappe e le ho stampate su gonne e abiti“, dice Michele, parlando dell’ispirazione della sua collezione. Una passione per il decoro – che ora si concentra su una fauna fatta di piccoli animaletti, ora è una profusione di fiori, ora diventa stampe tappezzeria e geometrie, ora ancora si arricchisce di perle e ricami – che diventa quasi strutturale.
Quello che abbiamo visto sfilare ieri durante la prima giornata di Milano Moda Donna è un Francesco Scognamiglio diverso. Un Francesco Scognamiglio che non tradisce il suo DNA fatto di trasparenze – mai volgari, piuttosto romantiche – realizzate in una palette cromatica che si muove tra il bianco e nero. E’ un Francesco Scognamiglio che al contrario di altri anni, preferisce le lunghezze mini a quelle maxi, che spezza la monotonia dei bianchi e dei neri, ora con nuance pastello come il rosa cipria e l’azzurro polvere, ora con colori decisamente più accesi. Tutto questo senza rinunciare mai all’animo della sua eroina romantica – alle ruches, ai drappeggi e alle trasparenze -, un’eroina che sembra essere balzata fuori dalle pagine scritte di un romanzo ottocentesco per essere proiettata nei nostri giorni.
Pinella PETRONIO