Quando la sfilata giunge al termine e le luci si alzano per accompagnare meglio l’uscita finale, non applaude nessuno. E non perché le collezioni abbiano lasciati scontenti buyer, giornalisti e influencer ma perché tutti – proprio tutti, senza distinzione di sesso o età – hanno le mani impegnate dal telefonino con cui filmano la carrellata di look così da poterla immediatamente condividere sui social. Un timido accenno di applauso solo all’uscita del designer. Quando non si vuole filmare anche quella. Sono lontani ormai i tempi in cui si mostrava il proprio gradimento con applausi scroscianti anche durante la sfilata.
Lo facciamo anche noi, eh, per cercare di portarvi con noi e farvi assaggiare in diretta un pizzico di Moda, ma… la verità è che rimane un po’ triste per chi dietro a quella sfilata ha lavorato notte e giorno. Sì è vero che poi il vero riconoscimento avviene quando i buyer comprano e fanno circolare quella moda così pettinata che vediamo in passerella, ma lo stesso abbiamo come la percezione che chi si è spellato le mani per realizzare collezione e allestire lo show si meriti un po’ di affetto da chi è lì per guardare.
La nostra seconda giornata di Milano Moda Donna si è aperta con una collezione che ci ha riempito gli occhi di indicibile meraviglia, quella di Max Mara. Ora è vero che dei designer ammiriamo e apprezziamo la creatività, che quando il pensiero che c’è dietro la creazione della collezione è quasi filosofico, ma è pur vero che spesso tanto di quegli abiti sono poco portabili per la vita di tutti i giorni e, sì, anche per certe occasioni speciali. Max Mara, invece… ah, Max Mara è una gioia per gli occhi, è l’orgoglio del Made in Italy, è l’elogio all’artigianalità e alla sartorialità.
I cappotti, lunghi a sfiorare le caviglie, sono emblema di perfezione, realizzati in materiali sontuosi e raffinati, declinati in una palette cromatica che vira dal rosso (con cui si apre la sfilata, in testa una straordinaria Gigi Hadid, al marrone, passando per il color cammello, il nero e il grigio. Meravigliose le mantelle con il cappuccio – forse il nostro pezzo preferito -, ma anche i cappotti-cardigan, le gonne a ruota, le felpe double-face di cammello, i maglioni dal collo ampio e avvolgente o le maglie in filato talmente sottile da sembrare garza. Una collezione che è l’elogio del bello, l’esempio più lampante che per fare notizia non bisogna necessariamente esagerare, basta solo sapere fare bene. E Max Mara in questo è maestro.
Sfolgorante e abbagliante, la collezione di Genny illumina la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale con abiti e accessori che scintillano di oro. Il bianco e, appunto, l’oro sono protagonisti indiscussi della donna firmata Genny che riporta in vita gli anni ’80 in ampie maniche a sbuffo, in spalline super strutturate, focalizzando l’attenzione sulle spalle, accentuandone i volumi e assottigliando la vita. Le forme iconiche degli anni ’80 sono impreziosite da decori e dettagli abbaglianti, che possiamo vedere sulle spalline di jumpsuit, sui cappotti e sulle giacche.
Seducente e femminile, una moderna Sirena incantatrice è la donna di Luisa Beccaria. Una ninfa dei boschi che si muove tra alberi e tappeti di foglie, elemento iconico della collezione, che ritroviamo stampate, che diventano jacquard, che si trasformano in pizzo. Abiti leggerissimi di chiffon, gonne ampie abbinate a felpe, cappe e cappotti in tweed e giacche in pied de poule per il giorno, lasciano spazio ad abiti preziosi in tulle e pizzo dai toni iridescenti e completi giacca pantalone metallici, intramati con fili d’oro e arricchiti da applicazioni di nastri. La palette cromatica è una passeggiata nei boschi autunnali: azzurro, cenere, rosa, bordeaux, nocciola e testa di moro, ma anche ebano e porpora.
(in aggiornamento)
Pinella PETRONIO