La Settimana della moda donna milanese non ha fatto nemmeno in tempo ad iniziare che sono già cominciate le polemiche. Tutta “colpa” di Massimo Giorgetti, direttore creativo di MSGM e Pucci, che in un’intervista allo storico magazine made in USA, WWD, ha dichiarato di non volere che le immagini dei suo show vengano pubblicate in tempo reale sui social network, onde evitare spoiler. “Put back your phone and enjoy the show“, per evitare confusioni prima che la collezione arrivi nei negozi e perché, chi ha la fortuna di assistere, si possa godere di quello che si vede, senza avere l’ansia di fotografare, instagrammare e postare.

Il popolo del web si è prontamente rivoltato (considerando anche la sua sovraesposizione mediatica anche e soprattutto su Instagram), rinfacciando a Giorgetti un’assoluta mancanza di coerenza, visto che proprio lui è stato uno dei primi a spingere le sue collezioni sui social, facendo in modo che influencer e blogger indossassero le sue collezioni, onde riuscire ad affermare il proprio nome nella sfera del fashion system. Il designer e fondatore di MSGM fu tra i primi, insomma, ad intuire che qualcosa nel modo tradizionale di comunicare stava cambiando, a capire il potere sensazionale dei social network e a cavalcarne di conseguenza l’onda. “Non si sputa sul piatto dove si è mangiato“, si legge su Facebook. “MSGM che banna i social media io sono BASITA, siete nati coi social” scrive @Sarasp_ su Twitter. “MSGM dice no al live social durante la sua sfilata: è come dire ad un gatto di non buttare per terra un bicchiere in bilico sul tavolo“, le fa eco Lucia Del Pasqua, sottolineando l’impossibilità di tenere sotto controllo un fenomeno di per sé incontrollabile. E ancora “Tutti vanno verso l’allineamento della sfilata e retail, lui dice NO, NON FATE VEDERE LA MIA COLLEZIONE PER 6 MESI” (@LaZitellaAcida).

La decisione, in effetti non solo risulta difficile da realizzare tanto quanto volere raccogliere tutto il mare con un bicchiere, ma anche controtendenza, in un momento storico in cui – tra la confusione del sistema sfilate, che qualcuno sostiene sia ormai arrivato agli sgoccioli -, molti brand (Burberry, ad esempio, ma anche Jeremy Scott e di recente anche Versace) scelgono di mettere in vendita subito la collezione, o almeno una parte della collezione.

Riflettiamo però sulle parole del designer: “Penso che sia il momento di supportare di più i venditori, i negozi on line e la carta stampata. Se tutto è fuori immediatamente, la gente perde interesse e tutto sembra vecchio in un secondo. Per di più, penso che chiedere a stampa e buyers di non postare durante lo show, permetta loro di godersi e vedere gli abiti attraverso i propri occhi e non quelli dello schermo, e credo che questo sia positivo“. Una sfida insomma, tra chi vuole annullare le distanze tra sfilate e retail e chi, come Giorgetti, pare abbia scelto di fare un passo indietro a supporto dei canonici metodi di vendita e comunicazione del prodotto. Quale delle due fazioni sarà stata la più lungimirante ci dirà solo il tempo.

Pinella PETRONIO