Nella moda nulla si crea, nulla si distrugge, tutto – e soprattutto – si riciccia. Ci ritroviamo ogni anno come sempre, ancora con i cappotti addosso, a parlare di quali saranno le tendenze per la primavera estate, stagione che, dicono, ci apprestiamo a vivere. Ci ritroviamo, quindi, e notiamo che i nuovi trend proprio nuovi non sono e che ogni singolo anno ci riscopriamo a cercare di trovare spunti diversi per raccontarvi sempre delle stesse identiche cose.

Tutte le volte in cui si legge, ad esempio, che le righe sono tornate di moda, altro non si può fare che sorridere. Quando mai le righe sono passate di moda? Chiamiamola tendenza mariniere, chiamiamolo strip style, chiamiamolo pure come vogliamo, ma sempre di righe parliamo e ormai da anni. E non si può capire la difficoltà di trovare ogni volta un titolo diverso (Mettiamoci in riga, Tutti in riga, Tra le righe, Riga dritto…) ad un trend che è fondamentalmente sempre lo stesso. Per non parlare della difficoltà di trovare un’ispirazione interessante e che possa in qualche modo coinvolgere chi legge: partendo da Chanel con i suoi marinai bretoni, passando per Susanna Agnelli con il suo “Vestivamo alla marinara” le abbiamo dette tutte.

E come non citare la nuova tendenza fiori a primavera” e della relativa frase tratta dal Diavolo veste Prada “avanguardia pura”. Si è cercato di leggere e rileggere questo trend in ogni salsa: micro o macro, versione country o stilizzata, mix and match. Insomma che gli stilisti decidano che a primavera dobbiamo andare tutte vestite come fossimo ragazze di campagna non è certamente una rivelazione trascendentale. Trascendentale è, invece, lo sforzo che fanno ogni stagione i giornalisti di moda per raccontare in modo originale una tendenza che originale non è.

Altro grande classico di stagione travestito da new trend è il pizzo. Che l’ispirazione venga dagli abiti della media borghesia delle sorelle Bennet di Orgoglio e Pregiudizio o che giunga dalle mantille delle vedove siciliane poco importa. Sempre di pizzo si tratta.

Provateci voi, poi, a trovare un nuovo modo di raccontare per l’ennesima volta che questa stagione va di moda l’animalier… perché la scorsa no? Non sarebbe, forse, giunto il momento di parlare di classico? Poi in mezzo a questo tripudio di false nuove tendenze, ce ne sono alcune che potremmo definire bisestili, che vengono, cioè, riesumate in media ogni 4 anni.

Parliamo del nippon trend, ovvero di collezioni che si ispirano negli abiti e negli accessori ai colori e alle linee proprie della tradizione giapponese, oppure delle ruches – il romantic moodva preso a piccole dosi -, del look garçonne, del bianco e nero (con relativo pindarico richiamo ad Ungaretti e al segno nero su pagina bianca) o dei riferimenti ai movimenti artistici (cubismo, neo-razionalismo e altri –ismi). In tutto questo bailamme, forse, l’unica vera nuova tendenza è quella della pelliccia a primavera, dettata probabilmente più da regole di business che dal genio artistico degli stilisti delle maison. Il che la dice lunga sullo stato della creatività della moda al giorno d’oggi.

Pinella PETRONIO