Ci sono amori mai vissuti appieno che ci rimangono impressi a fuoco nell’anima e non muoiono mai. Spesso sono amori platonici che non hanno mai superato la barriera fisica, altre volte sono amori al 100% troncati da un trasloco, una malattia, un’opposizione esterna, un problema anagrafico o una morte improvvisa.
Gli amori mai vissuti sono quelli che avrebbero potuto essere strabilianti se solo ne avessero avuto la possibilità: se lui non fosse stato fidanzato, se noi non fossimo state sposate, se lui non fosse vissuto a 1000km di distanza, se noi non avessimo traslocato, se fossimo stati coetanei e tutta una sequela lunghissima di ottimi se.
Il vero problema degli amori troncati è che sono gli unici a non finire mai. Macché amori non corrisposti… Di quelli prima o poi tutti ci facciamo una ragione. Lui non ci amava, non gliene fregava proprio un bel niente. E col tempo ci è passata.
Ma se l’attrazione c’era e la favola sembrava perfetta fino all’ultimo, di quella persona non ce ne libereremo mai. Ci risuoneranno in testa per sempre le domande: come sarebbe potuta andare? Come avremmo potuto essere? E le risposte ce le costruiremo sempre noi, giorno dopo giorno, basandoci su una realtà fittizia ed edulcorata dai desideri. Diventerà un amore idealizzato, perfetto, puro, ma resterà irraggiungibile e questo lo avvolgerà nel mistero e gli donerà quindi l’immortalità.
Gabriele Romagnoli l’ha chiamata (secondo me con un tocco di genio) la “Sindrome di John Kennedy”: quella sensazione di malinconia profusa che caratterizza tutte quelle storie che avrebbero potuto essere e non sono state.
Ne parla in maniera interessante e profondamente esaustiva anche Adam Phillips nel suo “In lode della vita non vissuta: ovvero l’importanza della frustrazione”: ognuno di noi ha milioni di vite parallele, che si discostano dal reale solamente per una piccolissima scelta. Tornare indietro o partire, rispondere ad un messaggio o ignorarlo, sorridere o tirare dritto, parlare o tacere, fare il primo passo o aspettare.
Quante storie, quante vite avremmo vissuto se solo non fosse successo questo o quello, se solo fossimo tornati indietro o usciti un minuto più tardi: decine di migliaia. Eppure tutti i bivi che abbiamo incontrato, tutti assieme, hanno fatto sì che diventassimo ciò che abbiamo scelto di essere.
Non importa ciò che sarebbe potuto accadere, importa solo ciò che abbiamo deciso di diventare. E se è vero che abbiamo bisogno di sognare che direzione avrebbe preso la nostra vita “se”, nei momenti bui, è anche vero che si tratta solo di una consolazione fittizia.
“Non sono le nostre capacità che dimostrano chi siamo davvero, sono le nostre scelte” è una delle citazioni che amo più al mondo: in potenza abbiamo incontrato, baciato, amato, spogliato e desiderato centinaia di vite. Ma quelle che si sono intrecciate con la nostra, davvero, giorno dopo giorno in ogni scelta, sono proprio poche. E quelle sono le sole ed uniche a meritare un posto speciale nei nostri cuori.
Video – Sarebbe potuta essere una splendida storia d’amore
Erika POMPILI
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