Ma nel perché, una notizia del genere, sia così seguita e letta.

E’ verissimo: nella vita bisogna avere degli obiettivi. E sono finiti i tempi in cui le donne si realizzavano solamente mettendo al mondo dei figli e soddisfando mariti super impegnati. Meno male, aggiungerei. Ma vivere col solo scopo di portarsi a letto sconosciuti per tutti i weekend della propria vita lo trovo leggermente demotivante.

Non solo perché non ha nessun fine ultimo (a parte il proprio nome nel Guinness dei Primati), ma anche e soprattutto perché svaluta una conquista grande e meravigliosa che noi donne abbiamo faticosamente ottenuto: la libertà sessuale.

Non siamo più giudicate per le nostre relazioni tra le lenzuola (sarà meglio), abbiamo tutti gli strumenti per procurarci piacere da sole o in compagnia, viviamo in un’epoca ricca di stimoli e abbastanza povera di rigidi schemi, amiamo Sex and the City e abbiamo favolosi amici di letto. Eppure, alle volte, questa incredibile libertà ci dà alla testa e ci porta a svendere anima o corpo.

E non parlo solo di Ania, che probabilmente ha usato questo escamotage solo per motivi di visibilità, ma di tutte le donne emancipate e toste che ogni giorno accettano di far sesso controvoglia, di non essere richiamate dopo una notte di passione, di vestirsi in maniera provocante e farsi mangiare con gli occhi da piacevoli sconosciuti solo per riempire un vuoto nel cuore.

La libertà sessuale è un diritto fondamentale, ma come tutti i diritti va utilizzato al meglio e non abusato: il sesso diventa fonte di felicità e salute solo se fatto nella giusta misura rispettando l’altro, ma soprattutto amando se stesse.

Erika POMPILI

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