Dallas 1963. Il presidente John Fitzgerald Kennedy a bordo della limousine presidenziale scoperta, in compagnia della moglie Jacqueline, attraversa a passo d’uomo Dealey Plaza in una Dallas addobbata a festa. Improvvisamente quattro colpi di pistola ammutoliscono d’un colpo l’America e il mondo intero, le televisioni interrompono le trasmissioni, la notizia si diffonde rapidamente: il presidente è stato colpito, è in fin di vita. JFK muore quasi sul colpo, ad ucciderlo Lee Harvey Oswald operai psicolabile di New Orleans per chissà quale organizzazione criminale.

Sarà il suo vice Johnson a giurare fedeltà alla Costituzione sull’aereo presidenziale, con accanto Jacqueline ancora scossa e dall’elegante cappottino insanguinato, con la salma del defunto presidente nella stiva. JFK ad Arlington porta con sé i segreti di una dinastia e di una nazione intera: la storia, nemmeno troppo segreta, con Marilyn, lo sbarco tragico alla Baia dei Porci, le telefonate con Kruscev; e nemmeno la vita di Jacqueline sarà più la stessa. Aveva finito per accettare i tradimenti del marito attraverso la consapevolezza che fosse l’unica donna che avesse mai amato veramente, il “Ti amo Jack” sussurrato al Parkland Memorial Hospital era forse il più sincero che avesse mai pronunciato. Il London Evening Standard il giorno dopo scrisse: «Jacqueline Kennedy ha dato al popolo americano una cosa che gli era sempre mancata: la maestà».

A cinquant’anni esatti dall’attentato di Dallas, anche i palinsesti televisivi di oggi rendono omaggio al profeta della Nuova Frontiera. In prima serata su Rai3 andrà in onda Parkland, di Peter Landsmann, applaudito all’ultima Mostra di Venezia, che racconta tutto ciò che accade nell’ospedale di Dallas nelle frenetiche ore successive agli eventi in Dealey Plaza. In seconda serata, invece, uno speciale TG1, JFK Il primo cavaliere, riprende gli anni turbolenti della presidenza e i probabili complotti che gravitano attorno alla sua uccisione.  Su La7, nei giorni scorsi, è partita la discussa serie I Kennedy con Katie Holmes, Greg Kinnear e Tom Wilkinson.

Jacopo MARCHESANO