Sono passati più di 35 anni dal rapporto Hite, nel quale temi come la masturbazione femminile, il lesbismo e l’orgasmo erano stati trattati e discussi a fondo. Ma l’alone di pudore che avvolge la pratica dell’autoerotismo fra le donne ancora non si è diradato del tutto.
Sex and the City, col suo “rabbit” (il famoso vibratore con le orecchiette da coniglio) ha sdoganato i sex toys, ma la pratica vera e propria continua ad essere un tabù. Il sesso per le donne rimane fortemente attanagliato al rapporto con un uomo.
Ma non c’è pensiero più errato… Innanziutto perché l’autoerotismo è la palestra del buon sesso di coppia e poi perché fa bene alla salute: libera le endorfine, aumenta le difese immunitarie e, se praticato abitualmente, allunga la vita.
Peccato che in Italia solo il 63% delle donne si conceda piccoli spazi di piacere solitario. Pudore o scarsa conoscenza del proprio corpo? Non è dato saperlo. Intanto a Tokyo ha aperto il primo Masturbation Bar, che unisce al piacere di un aperitivo con le amiche un assortimento molto vario di sex toys, mentre per gli smartphone di tutto il mondo sta per arrivare “Happy Play Time“, la prima App per scoprire tutti i segreti del piacere femminile.
Se vi sentite poco esperte in materia o non riuscite a superare antichi pregiudizi però, meglio cominciare da un buon libro: Storia della Masturbazione (Ed. Odoya) è un ottimo punto di inizio.
Dopotutto secondo Oscar Wilde “Amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga tutta la vita“. Provare per credere.
Erika POMPILI
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