Se ne è parlato di recente perché l’ayahuasca è stata inserita nella tabella delle sostanze stupefacenti del Testo Unico sulle droghe proprio di recente con il decreto ministeriale del 23 febbraio 2022, pubblicato il 14 marzo in Gazzetta Ufficiale. Nello specifico la Banisteriopsis caapi e la Psychotria viridis, sono le due piante dalle quali si estraggono i principi attivi del preparato con il quale si ottiene proprio l’ayahuasca.
Ayahuasca: tutto quello che c’è da sapere
Conosciuta anche come la “Liana dello Spirito” è un decotto utilizzato da secoli dai popoli dell’Amazzonia e delle Ande ed è una vera e propria tradizione degli sciamani o curanderi indigeni che la utilizzano nella medicina tradizionale da secoli. Questa bevanda viene prodotta tradizionalmente miscelando in un decotto la liana Banisteriopsis Caapi e le foglie di Psychotria Viridis facendola diventare una bevanda curativa.
Questa bevanda però ha anche delle proprietà psicotrope e va assunta con molta consapevolezza, molti la considerano come una seduta terapeutica accelerata dunque bisogna considerare diverse opzioni prima di decidere di affrontarla. “Le cerimonie di ayahuasca sono spesso paragonate a una decina d’anni di terapia concentrate in una notte. Quanto sono vaste le potenzialità curative di questo decotto psicotropo vegetale che si assume sotto la guida di un curandero, tanto devono essere necessariamente esperte le mani che lo offrono. Si potrebbe dire la stessa cosa della psicanalisi, con la differenza che il DMT permette di andare molto a fondo, molto in fretta” afferma Sebastiano Mauri sul Corriere.
Se ne sono occupate di recente anche Le Iene con un servizio curato da Joe Bastianich. Tania Re, psicoterapeuta e consigliera dell’Associazione Luca Coscioni, nel servizio andato in onda il 21 Aprile 2022 ha affermato : “L’uso di queste piante consente di avere accesso a quello che Jung chiamava inconscio collettivo: una specie di archivio a cui, in uno stato ordinario, una parte di realtà cui non abbiamo accesso, ma che l’uso di queste piante rende accessibile, con visioni simili a quelle che abbiamo nell’attività onirica”.
L’Ayahuasca dunque è una sostanza molto interessante e nello stesso tempo molto complessa come la sua tradizione che fa parte della cultura andina ed amazzonica. Quando si snatura una sostanza che nel nostro contesto diventa ‘stupefacente’ si annienta la sua storia e il suo significato intrinseco. Bisogna, come spesso accade, fermarsi e conoscere meglio la storia e il contesto del suo utilizzo che comprende anche le persone che di tradizione la somministrano. Tutte queste accortezze potrebbero aiutare ad avere consapevolezza e dunque ad avere coscienza di quello con cui ci confrontiamo. Ma se siamo curiosi bisogna andare in Perù perché qui in Italia è prevalso il proibizionismo.