La buona notizia l’abbiamo ricevuta al nostro risveglio, dopo aver assistito ieri sera alla bella vittoria dell’Italia nella partita d’esordio agli Europei di Francia.
Anche a New York sventolavano bandiere tricolori e una, in particolare, avvolgeva Massimo Bottura, proclamato vincitore del World Fifty best restaurant’s 2016.
Nella classifica dei primi cinquanta ristoranti del pianeta, dunque, il podio è toccato all’Osteria francescana di Modena, il ristorante di Bottura.
E lui, il diretto interessato, come ha accolto questa prestigiosa vittoria? Ecco le sue prime parole: “Il mio cuore esplode di emozione, per me tutto questo è incredibile. Un segno che la cucina italiana ha rotto con la nostalgia del passato e che ora guarda con chiarezza al suo futuro”.
Con un lavoro durato anni, alla continua ricerca della perfezione e con sperimentazioni continue, dunque, il risultato, forse insperato, è arrivato , fino a spodestare i fratelli Roca, gli spagnoli de El Cellerai del Can Roca a Girona, ora secondi. Al terzo posto Daniel Hum di Eleven Madison Park, la tavola che porta in una nuova dimensione la cucina di New York.
Ai piedi del podio l’interessantissimo Central di Lima dove Virgilio Martinez fa una delle cucine più “biodiverse” del pianeta. Mentre scivola al quinto posto il Noma di René Redzepi, un parabola che si compie.
Sesto posto in parte italiano, poiché è occupato dall’italo argentino Mauro Colagreco, che a Mentone dà omaggio sia alla cucina francese sia a quella italiana.
Diciassettesimo posto per Enrico Crippa di piazza Duomo ad Alba, destinato a grandi successi perché, proprio come Bottura, non si ferma mai ma, anzi, è in continua evoluzione e sempre pronto ad offrire nuove esperienze culinarie.
Posizione 39 per le Calandre di Rubano e 46esimo gradino per Davide Scabin, del Comba Zero di Rivoli, segnale che questo meritevole chef sta risalendo la china dopo una serie di difficoltà. Il talento, però, rimane indiscusso, perché senza quello, la classifica non la si vede neppure con il binocolo.
Vera MORETTI