Il 19 marzo 2020 è una festa del papà diversa, indubbiamente, negli anni, tutti la ricorderanno. E’ raro, per non dire impossibile che capiti di trascorrere tutti insieme il pranzo in un “normale2 giovedì di marzo.
Già ma quest’anno di normale ha ben poco, ormai l’abbiamo ben chiaro, quindi, tanto vale cercare un minimo di normalità in questa situazione, per così dire, surreale. I regali dovranno attendere ancora un po’ anche se di idee non ne mancano, ma bisogna festeggiare ugualmente.
Iniziamo a capire perché si festeggia il 19 marzo- tra l’altro festa di San Giuseppe per i Cristiani.
In Italia e in altri stati come Spagna e Portogallo la festa del papà ricorre il 19 marzo appunto, per ragioni religiose. In questa data la Chiesa cattolica festeggia infatti con una solennità a lui dedicata San Giuseppe, che, in qualità di padre putativo di Gesù, simboleggia la figura paterna.
Storicamente il culto di San Giuseppe prese piede nel 1030 grazie ad alcuni monaci benedettini, che furono successivamente “copiati” dai Servi di Maria nel 1324 e dai Francescani nel 1399.
Oggi la festa del papà ha ormai perso il suo significato prettamente religioso; anche se fino al 1977 San Giuseppe era considerato un giorno festivo, salvo poi essere abolito dalla legge italiana diventando un comune giorno feriale.
Negli altri paesi la festa del papà ha origini e tradizioni diverse, e non a caso si celebra in giorni diversi rispetto al nostro calendario. Negli Stati Uniti, ad esempio, la ricorrenza nasce in anni più recenti, per controbilanciare la festa della mamma che stava diventando famosa. Il merito è di una ragazza di 26 anni, Sonora Smart Dodd, che il 19 giugno 1910, a Spokane nello stato di Washington, organizzò una festa dei papà nel giorno del compleanno di suo padre, veterano della guerra di secessione.
Negli anni l’iniziativa prese piede anche nel resto del territorio americano, diventando un appuntamento fisso la terza domenica di giugno. La consacrazione ufficiale avvenne nel 1966, quando il presidente Lyndon Johnson la proclamò festa nazionale.
Silvia GALLI