In un’epoca in cui il digital è la panacea universale, i social media l’unico archivio sicuro, ci troviamo di fronte ad una nostalgica inversione di tendenza.
Soprattutto negli Stati Uniti, vera e propria culla di ogni nuova e tendenza, stanno spopolando libri, post e articoli di giornale che parlano di un ritorno alle origini, di quella buona educazione che troppo spesso diamo per scontata se non, addirittura, dimenticata.
Anche da noi, in effetti servirebbe, una buona dose di ritorno alle origini, ai tempi che furono, a quelle tradizioni che “sanno di buono”.
Serve qualche esempio?
- Le lettere scritte a mano, magari con la penna stilografica (vanno benissimo anche le biro eh?) . Vogliamo metterle a confronto con gli stringati e spesso infarciti di errori sintattici messaggi di whatsapp?
- I libri di ricette, quaderni, per lo più, che si tramandano di madre in figlia, di suocera in nuora (più raramente). E’ vero che la ricetta dell’insalata russa si trova sul web in tutte le versioni del mondo, ma è altrettanto vero che soltanto una avrà il sapore di quella preparata con la nonna durante l’infanzia.
- Abbigliamento formale. Anche se questa è l’epoca del “relaxed”, non sarebbe opportuno almeno per cerimonie od occasioni formali usare un outfit consono? Le calze per le signore ai matrimoni, per esempio, la cravatta a teatro…
- Memorizzare (non sullo smartphone) i numeri di telefono più utilizzati. Ci ricordiamo perfettamente il numero di casa della nostra nonna e fatichiamo a ricordare quello del partner che chiamiamo almeno tre volte al giorno!
- Appellarsi dicendo “signore o signora“
- Avere pudore della propria vita privata! Non è già stato detto abbastanza? I social sono un diario virtuale, ma bisognerebbe ricordare che non è proprio necessario, né utile, né di buon gusto raccontare proprio tutto.
- Stampare le fotografie più importanti e conservarle in un album, anche se gli archivi elettronici sono infiniti e molto più sicuri, una copia cartacea è decisamente più poetica
- Chiamare un amico per fargli gli auguri. Non un semplice post su Facebook, non un messaggio in chat, nemmeno audio messaggio, una telefonata sarà una meravigliosa scoperta.
- Fare i calcoli a mente, ripassare le tabelline, ricordare la formula per calcolare il volume della sfera, non stiamo parlando di astrofisica, ma di nozioni elementari!
- Conoscere per nome i propri vicini di casa. Non è il caso di trasformarsi in Bree Van de Camp, e sfornare torte fumanti, basta sorridere quando li si incontra in ascensore e salutarli scandendo il loro nome.
- Scrivere in corsivo, come ci hanno insegnato alle elementari, curando ogni lettera.
- Dire per favore e rispondere grazie,sempre, a chiunque.
- Non dire (troppe) parolacce
- Comportarsi a tavola come in un collegio svizzero, o quasi. Non parlare con la bocca piena, non fare rumore masticando, non appoggiare i gomiti sul tavolo, insomma comportarsi come si insegna ai bambini.
- Cappelli, comprarli, indossarli, sceglierli. Sono un amico fidato quando la piega è in disordine.
- Tenere la porta, sempre e comunque. A chi passa in un negozio, al vicino di casa, al postino, alla mamma che accompagna il figlio a scuola, all’amato bene.
Che ne pensate? Abbiamo scordato qualcosa?
Silvia GALLI
[…] Non si tratta solo di dove si andrà a vivere, ma vicino a chi. Segnare i vicini fantastici – qualunque cosa significhi per te – è una grande vittoria. Sia che diventino amici intimi o che semplicemente ci si saluti cordialmente, vivere accanto ad uni buon vicino fa la differenza. D’altra parte, rimanere bloccati con vicini rumorosi, ficcanaso o sconsiderati può diventare un problema. Basterebbe poco, però, basterebbe un po’ di buon senso e di buone maniere. […]