Caro Babbo Natale,
forse è un po’ che non ci sentiamo, ma spero comunque che tu non ti sia dimenticato di me, come spesso minaccia di fare quel simpaticone di bambinello che in questi giorni cerca in tutti i modi di rubarti la scena. (Invano, of course, le tue renne battono buoi e asinelli con l’alitosi, e che manco volano, tanto a poco.)
Ché poi non è che ti scrivo per assicurarmi chissà quale regalone, sia mai!, ma giusto per rinsaldare quel rapporto che nell’ultimo decennio era andato via via sfilacciandosi – almeno da quel Natale tristissimo in cui chiesi quella fighissima barca dei pirati che avevo visto in tivù e invece mi portasti quell’orrendo maglione di svariate taglie più grande che ancora punge che non ne hai un’idea.
Insomma, giusto per fare un paio di chiacchiere prima che tu intraprenda quel benedetto viaggio che, in una sola notte, ti condurrà in chissà quante case di bambini, decisamente più noiosi e piagnucoloni di me, ma che, scommetto, continueranno a giocarsi la carta della simpatia con un paio di biscotti e un tazza di caffè nonostante durante l’anno non abbiano fatto che disobbedire ai propri genitori meritandosi al massimo quel maglioncino terribile che rifilasti a me.
Lasciati dare un consiglio, vecchio balordo: anche se ispirano tanta simpatia a prima vista, sono pur sempre dei piccoli delinquenti a cui nemmeno i genitori si sognerebbero di regalare una barca dei pirati se non si dovessero far perdonare tutte quelle ore perse al lavoro. Quindi, caro Babbo, è fatta. Ti aspetto giovedì notte, puntuale, la lista della spesa è nella gallery.
Ah, dimenticavo: quest’anno la scusa dei regali troppo costosi non attacca. Ho controllato quanto spendi per i vestiti e per i trucchi delle mie colleghe Pinella e Martina – non sono mica fesso, io! – e di sicuro anche trovare un uomo così perfetto per Francesca ti sarà costato un patrimonio…
Non deludermi, ti tengo d’occhio.
Jacopo MARCHESANO
