Ne stanno parlando tutti con entusiasmo ma succede sempre, quando si tratta di una novità. Clubhouse è un nuovo social network che è stato sviluppata da Paul Davison e Rohan Seth, ex rispettivamente di Pinterest e Google, dunque due che di comunicazione se ne intendono. Dopo TikTok, Onlyfans e sì anche Instagram, Facebook e compagnia bella è arrivata una novità.
Clubhouse ha come caratteristica principale, almeno adesso che è stata rilasciata in versione beta, quella di potervi accedere solo su invito. Non tutti dunque si possono iscrivere ma solo ricevendo la richiesta di partecipazione da una persona che conosciamo si può accedere alle Room. Le cosiddette stanze sono dei contenitori audio, ovvero, si interagisce unicamente con dei vocali, una sorta di gigantesco podcast in cui si sente solo la voce dell’interlocutore e degli altri partecipanti alla ‘stanza’. Ogni intervento ed ogni room non si regista, si gode un po’ del qui ed ora dove o si è dentro o si è fuori non consentendo a chi non è presente in quel momento di assistere alle interazioni e ai vocali degli utenti.
Clubhouse: come essere invitati
Un’altra caratteristica è quella di essere riservata, per il momento almeno, solo agli utenti Apple, dunque, for iPhone only ma sembra che sarà disponibile anche la versione per Android nei prossimi mesi.
Ma come mai tutto questo interessamento per questa nuova piattaforma? L’interesse dato il periodo complesso è comprensibile, è un nuovo giochino con cui passare il tempo ed anche, data la partenza un po’ ‘elitaria’, una occasione per farsi conoscere dalle persone giuste. Quelle che sono nel momento giusto al posto giusto, oltre che una piccola rivincita contro gli haters, perché alla fine, l’ambiente dovrebbe essere più controllato, più sicuro. Ovvero, niente terrapiattisti o almeno ognuno starà nelle proprie stanze a conversare della propria bolla.
Nuovi social network vecchi dilemmi
Come spesso capita Clubhouse, come tutti i social del resto, è solo uno strumento che può essere anche interessante perché finalmente si prescinde dalla logica dell’immagine lasciando il posto all’ascolto e quindi alla parola. Ma non vogliamo gettare il cuore oltre l’ostacolo, sarà quel che sarà, semplicemente una piattaforma che ampificherà i difetti e i pregi degli utenti diventando uno strumento per comunicare in una nuova maniera o anche una App che cancelleremo tra sei mesi per fare spazio sul telefono.
Martina ZANGHI’