Compie 40 anni, considerando la prima messa in onda in Giappone, l’eroina che ha condizionato la vita di milioni di ragazzine nate negli anni 70. Candy è infatti la principale indiziata, anzi diciamo pure colpevole, del rapporto travagliato e compulsivo che abbiamo noi donne nei confronti dell’amore.
Un fidanzato perfetto: Anthony, bello, amorevole e ricchissimo che muore in una caduta da cavallo, un altro, Terence, molto meno perfetto che, dopo averla blandita e fatta innamorare scappa per seguire la sua passione per il teatro e, una volta raggiunto il successo, la invita al suo cospetto per poi dirle di dover stare accanto alla collega gravemente invalida.
Candy non poteva che uscirne con le ossa rotte vivendo, oltretutto, situazioni disastrose nella famiglia adottiva e vedendo morire, o sparire misteriosamente, tutti i suoi amici più cari, ma lei, l’eroina che tutte avremmo voluto essere almeno una volta, non perde la gioia di vivere, lavora di buona lena, in ospedale durante la guerra, e trova sempre la forza per sorridere e donare buon umore.
Partiamo dall’inizio perché, a causa di dispute legali, di Candy si sono perse le tracce ormai da vent’anni.
Nei primi anni del 900 di fronte alla casa orfanotrofio di Miss Pony, vengono trovate e ospitate le neonate Annie e Candy. Annie in breve tempo verrà adottata, ma Candy no, a consolarla ci sarà il Principe della collina, finché anche lei non verrà adottata dai Legan come dama di compagnia per la perfida figlia, Iriza.
Dopo numerose traversie, invidie, soprusi, ma anche nuove amicizie, Candy conoscerà Anthony incredibilmente somigliante al suo principe che, cadendo da cavallo morirà.
Distrutta dal dolore, Candy tornerà da Miss Pony.
Dopo poco però, andrà a studiare a Londra, in un prestigioso collegio, con gli amici conosciuti durante il periodo di adozione. Durante il viaggio Candy incontrerà il tenebroso Terence aristocratico angloamericano, spavaldo e anticonformista, che subito si prenderà gioco di lei, ma che poi ritroverà al college e lì i due si innamoreranno profondamente.
È tutta colpa di Terence se tutte quante siamo, o siamo state, attratte da uomini che sembrano essere “belli e maledetti”, e abbiamo il malsano istinto infermieristico che ci porta a prenderci cura di loro.
Espulsa dalla scuola per colpa di Iriza, Candy torna negli Stati Uniti e, mentre Terence si dedica al teatro, lei, complice la guerra incombente, decide di diventare infermiera.
Sembra tutto procedere per il meglio, Terence la invita a teatro, ma proprio allora Susanna, sua collega attrice, perdutamente innamorata di lui, perde una gamba durante le prove e lui, si sente in obbligo morale- per la prima volta in tutta la serie peraltro- di stare con lei.
In questo frangente Terence è l’antesignano degli uomini che dicono “Ti amo, ma non posso lasciare lei altrimenti si uccide“. Non è vero. Nessuna si è mai uccisa per un uomo, mai.
Candy non perde lo spirito e seppur morta dentro, torna a Chicago al suo amato lavoro in ospedale, ma Neal, suo fratello adottivo, innamorato di lei, con vari sotterfugi cerca di organizzare il matrimonio ad insaputa di Candy.
Fortunatamente complici una serie di fortuite circostanze, il matrimonio salta e l’ultima puntata conferisce l‘happy ending che tutte noi da bambine sognavamo: nella casa di Miss Pony, Annie legge su un giornale che Terence e la sua sfortunata collega si sono lasciati e Candy, senza por tempo in mezzo, riparte felice alla volta del grande amore.
Generazioni di fanciulle hanno consumato fazzoletti struggendosi per Anthony prima, e per Terence poi, l’immaginario femminile è stato fortemente condizionato da questi eventi con il risultato di trovarci ora di fronte ad eserciti di suffragette per amore.
L’abbiamo capito: la colpa è di Candy Candy.
Silvia GALLI