Il nome come spesso capita in questi casi è inglese ma questa è una pratica decisamente senza bandiera, succede spesso e in tutti i paesi. Anche qui in Italia, il Cyberflashing purtroppo è diffuso, soprattutto tra i più giovani. Di che si tratta? Sono le foto di nudo, spesso dell’organo sessuale maschile, inviate senza consenso di chi le riceve. Le famose ‘dick pic’ che vengono inviate random senza preavviso e soprattutto senza il benestare del ricevente. Di che numeri stiamo parlando? Un rapporto UN Women ha rilevato che l’86% delle giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni ha subito molestie sessuali in un luogo pubblico, oltre un terzo sono state inviate immagini esplicite non richieste.
Come funziona? Semplice, molto spesso questa molestia avviene nei luoghi affollati dove è impossibile risalire al mittente. Basta avere il Bluetooth o AirDrop attivo sullo smartphone e accettare la ricezione di una foto. Spesso lo si fa senza pensarci o per semplice curiosità, l’effetto desiderato è proprio quello di imporre le foto di nudo non richieste.
Come possiamo evitarlo? Per gli smartphone Apple che hanno la tecnologia AirDrop, basta disattivare questa funzione e attivarla solamente quando sappiamo chi e cosa ci verrà inviato. Per farlo basta andare su Impostazioni, Generali, Airdrop e disattivare la possibilità di ricevere file da contatti che non sono in rubrica. Lo stesso vale per la tecnologia di prossimità Bluetooth. Dalle Impostazioni di ogni tipologia di smartphone è sufficiente cliccare su disattiva Bluetooth e assicurarsi che sia spento.
Nel 2009, il cyber-flashing è stato criminalizzato dalla legge scozzese, e fino a marzo 2022, nel Regno Unito non esistevano leggi contro questo tipo di molestia sessuale. L’Online Safety Act del 2023, ha reso questo tipo di reati virtuali perseguibili quindi nel Regno Unito è finalmente considerato un reato e il molestatore/molestatrice rischia fino a due anni di prigione per aver inviato immagini sessuali non richieste a qualcuno. tramite AirDrop, social media (sì, anche i DM di Instagram!) o altro.
E in Italia come siamo messi? Purtroppo non abbiamo ancora una regolamentazione adeguata al riguardo. C’è una sentenza della cassazione ma non abbiamo ancora una legge. Possiamo difenderci per prima cosa conoscendo il più possibile tutti questi fenomeni ‘online’ che però hanno un impatto anche nella vita offline e sperare di avere, prima o poi, una regolamentazione ma soprattutto una rivoluzione culturale.