Il più dissacrante fotografo contemporaneo, David LaChapelle, arriva in Italia, e precisamente a Venezia, per una mostra avveniristica e surreale, proprio come lui, che verrà inaugurata il 12 aprile e che rimarrà aperta al pubblico fino al 10 settembre.
Ad ospitare questa importante esposizione sarà Casa dei Tre Oci, curata da Reiner Opoku e Denis Curti, organizzata da Fondazione di Venezia e Civita Tre Venezie,ed ospiterà più di 100 immagini che ripercorreranno la carriera di questo artista americano, partendo dai primi progetti in bianco e nero che risalgono agli anni Novanta, fino ai lavori più recenti dove, invece, i colori sono ben presenti.
Ma non è tutto, perché la rassegna sarà l’occasione per presentare, in anteprima mondiale, New World, una nuova serie realizzata negli ultimi 4 anni. Sono 18 fotografie che segnano il ritorno alla figura umana e che ruotano attorno a temi come il paradiso e le rappresentazioni della gioia, della natura e dell’anima.
Si tratta di un lavoro durato quattro anni, poiché fotografare stati d’animo non è certo facile.
LaChapelle ha dichiarato di essersi ispirato a Odilon Redon, pittore francese di fine ‘800 – inizio ‘900, visto al Musée d’Orsay, William Blake e, ma non si tratta della prima volta, a Michelangelo e Michael Jackson.
Altra fonte inaspettata è la musica di Pharrell Williams e, in particolare, la sua celebre canzone Happy.
New World vuole essere una riflessione su questioni metafisiche, a cominciare dal viaggio dell’anima dopo la morte, ma anche la gioia che provoca il raggiungimento del paradiso.
L’esposizione parte dagli anni Novanta, quando LaChapelle ricevette il suo primo incarico da Andy Warhol presso la rivista Interview, che ovviamente contribuì ad avvicinarlo alla Pop Art, dalle immense possibilità comunicative e divulgative.
Soggetti dei suoi lavori dell’epoca erano personaggi famosi, estrapolati da ogni ambito, a cominciare dalla musica, al cinema, ma anche alla politica e allo sport. Alcuni nomi illustri sono Michael Jackson, Hillary Clinton, Muhammad Ali, Jeff Koons, Madonna, Uma Thurman, Andy Warhol, David Bowie.
Cruciale, per la sua carriera, fu il viaggio compiuto a Roma nel 2006, quando ebbe modo di ammirare la Cappella Sistina, una folgorazione per lui, grazie agli affreschi indimenticabili di Michelangelo, densi di significato religioso che lo avvicinarono alla grandiosità del Rinascimento italiano.
Proprio il Diluvio universale di Michelangelo gli suggerì la creazione di The Deluge (Il Diluvio), in cui i rimandi al capolavoro oroginale si mescolano ai marchi della società consumistica e alla bellezza ostentata dei corpi nudi.
La mostra prosegue con After the Deluge, fotografie che mostrano una realtà in cui tutti gli oggetti e i simboli del mondo attuale vengono sommersi , e Awakened, in cui ritrae persone immerse in acqua in uno stato embrionale: una sorta di resurrezione dopo il diluvio.
Nella sua carriera, non mancano neppure sperimentazioni sul paesaggio, specialmente dal 2013, e di questo periodo verranno esposte fotografie appartenenti al ciclo Gas Station and Land Scape, nelle quali vengono ricostruiti modelli di impianti petroliferi e stazioni di rifornimento in scala, attraverso materiali riciclati, come cartoni delle uova, schede madri per computer, bigodini, cannucce e altro.
Vera MORETTI