I meccanismi che portano al suicidio sono ovviamente molteplici e assolutamente non spiegabili in poche righe: al principio di idea si sommano piccoli e grandi sofferenze di ogni giorno, problemi mai risolti, debolezze e disturbi psichiatrici.
Ma scoprire di essere state tradite (una, o trentasette volte, come Mary) può risultare fatale se l’equlibrio psichico non è solidissimo.
Se è vero che chi tradisce lo fa per mancanza di autostima, per desiderio di conferme, per solitudine o per incapacità relazionali, una parte di chi viene tradito muore, e spesso risulta persa per sempre.
Sentire la fiducia sbriciolarsi tra le mani, quando si ama davvero, crea ferite lacere e profonde che sanguinano a lungo e lasciano cicatrici incancellabili. Fino a privare la persona tradita addirittura della voglia di vivere, oltre che di sperare ed amare.
Chi tradisce si sente importante, astuto, intrigante: colleziona trofei in una gara con se stesso per riempire il vuoto che ha dentro. Chi viene tradito si frantuma, perché ogni cosa che credeva vera, in realtà potrebbe non esserlo mai stata.
Prima di tradire pensateci bene. Pensate al dolore che la vostra scelta riverserà sugli altri e createvi un bilancio personale. E se lo fate, per errore, solitudine o scarso amore di voi, non raccontate tutto in un diario lasciando che capiti nelle mani di chi avete amato. Lasciar scoprire un tradimento (o più di uno) per via indiretta è la cosa più vigliacca che si possa fare in amore.
Quasi ogni errore è risolvibile, ma ci vogliono buona volonta, dialogo e umiltà. Viceversa la comunicazione si spezza e la vita insieme svanisce in un soffio. E alle volte non solo quella.
Erika POMPILI
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