Iniziamo dall’inizio, spiegando come mai della signora Roosevelt non si conosce il cognome da nubile, la risposta è molto semplice, era lo stesso, infatti Eleanor era la nipote del primo presidente Roosevelt,Theodore.
Di famiglia agiata, Eleanor perse i genitori in giovane età e fu la saggia nonna a provvedere alla sua istruzione: privata fino ai 15 anni, poi fu mandata a studiare presso la Allenswood Academy (1899-1902), un esclusivo College nei pressi di Londra, gestito da una Direttrice con idee molto aperte sulle cause liberali e sulla questione femminile (Mademoiselle Marie Souvestre), che influenzò molto Eleanor, abituandola ad interessarsi di giustizia sociale e ad esprimere le proprie opinioni in modo eloquente.
Nonostante fosse contrastato dalla suocera Sara, dopo un paio di anni di frequentazione, venne celebrato il matrimonio tra Franklin Delano ed Eleanor e nei primi anni, coronati dalla nascita di sei figli, fu proprio Sara a gestire la vita della coppia, fino al 1921 quando il futuro Presidente contrasse la poliomielite.
Che fosse un matrimonio di facciata Eleanor lo comprese sin da subito, tra di loro, non c’era trasporto o passione: Franklin sperava di aver trovato una donna fedele, una «mosca bianca», che non l’avrebbe mai tradito e che gli avrebbe perdonato i suoi tradimenti, primo fra tutti quello con la sua segretaria particolare Lucy Mercer che, una volta scoperto, li portò a un passo dal divorzio.
Paradossalmente nel contrarre la malattia Franklin guadagnò la libertà, almeno dalle ingerenze della madre, ed Eleanor, che lo spinse a perseguire i suoi sogni di gloria nonostante i problemi alle gambe, acquisì il nobile ruolo che l’ha resa famosa.
Da una prima e superficiale lettura della vita della First Lady sembrerebbe una donna remissiva e devota, ma così non fu, anzi fu proprio un’amicizia particolare a rendere Eleanor la donna che fu, a darle la spinta ad esprimere il proprio pensiero e il proprio ruolo.
Nel 1933 conobbe Lorena Hickok giornalista dell’Associated Press che aveva seguito la coppia durante la corsa alla Casa Bianca, una donna che fumava due pacchetti di sigarette al giorno ed era un’ottima forchetta, vestiva abiti maschili e non disdegnava un linguaggio non proprio ortodosso; le sue attenzioni in poco tempo però si concentrarono sulla first lady; Lorena scrisse di lei: «È cordiale ma trattenuta. Si vede che è infelice per qualche motivo…»
Diventata l’ ombra della first lady, l’accompagnava ovunque: la loro amicizia fece un salto di qualità una notte durante un viaggio in treno, in uno scompartimento con una sola cuccetta dove si scambiarono confidenze e non solo. La prova del tenore della loro relazione si ebbe in seguito, quando, rese pubbliche le moltissime lettere che le due si erano scambiate nel corso degli anni, vennero alla luce i di passaggi più intimi ed erotici.
La Roosevelt ebbe anche una relazione con il sergente della polizia di New York Earl Miller, sua guardia del corpo: non ci sono prove che si sia trattato di una storia sentimentale, anche se molti biografi descrivono Miller, di dieci anni più giovane, come il suo primo vero amore.
Rimasta vedova, il 12 aprile del 1945, il Presidente morì con accanto la sua amante e non la moglie, Eleanor si impegnò per la ratifica della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo da parte delle Nazioni Unite. Il 28 settembre 1948, in un famoso discorso, definì la Dichiarazione “la Magna Carta di tutta l’umanità”.
Una donna che il mondo conosce ed apprezza per il suo impegno civile, strategico e anche militare per certi versi, ma che celava una personalità davvero sfaccettata e non disdegnava la compagnia maschile e femminile. Forse alla luce di queste rivelazioni acquista un significato ancora più pregante la sua famosa frase “Nessuno può farvi sentire inferiore senza il vostro consenso”.
Silvia GALLI
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