Per par condicio dopo la festa del papà in quarantena, corre l’obbligo di festeggiare in regime di semi libertà, molto vigilata, anche la festa della mamma.
La storia della festa della mamma è piuttosto travagliata; la prima volta fu festeggiata nel 1870 negli Stati Uniti con il nome di “Mother’s Day for Paece”, ossia il“ Giorno della Mamma per la Pace”, e fu promossa da Julia Ward Howe, un’attivista pacifista che lottava per l’abolizione della schiavitù.
Non fu un successo. Nel 1908 però, fu riportata in auge da Anna Jarvis, un’altra attivista che organizzò il primo “Mother’s Day” della storia.
Questa volta la festa ebbe seguito al punto che venne portata al Congresso degli Stati Uniti, che nel 1914 la istituì come festività ufficiale, stabilendo di celebrarla la seconda domenica del mese di maggio, e questo spiega perché la data della Festa della Mamma è differente ogni anno.
Quello che non tutti sanno è che in Italia ebbe successo all’inizio degli anni 50 e che fu il sindaco di Bordighera, una cittadina del ponente ligure, a promuoverla.
Come tutti i paesini della Liguria, soprattutto di Ponente, da Sanremo in poi, anche Bordighera è famosa per i suoi fiori, soprattutto per i garofani, e, nel 1956, l’allora sindaco Raul Zaccari, decise di proclamare la festa della mamma in collaborazione con l’associazione dei fiorai per promuovere delle iniziative commerciali.
L’anno successivo poi, don Otello Migliosi, un sacerdote di Assisi, organizzò una seconda festa della mamma, ma stavolta a carattere puramente religioso.
Nel 1959, dopo un acceso dibattito parlamentare, la ricorrenza diventò ufficiale e per qualche anno venne festeggiata l’8 maggio per poi essere spostata alla seconda domenica dello stesso mese come in molti altri paesi, tra cui gli Stati Uniti, il Giappone, l’Australia e il Sudafrica.
La festa è vero, ha sempre più la caratteristica di una festa commerciale, ma quest’anno più che mai merita di essere celebrata
Silvia GALLI