Domani sarà la festa dei papà, di tutti, sia di quelli che desideravano diventare padri ancora prima di incontrare l’anima gemella, e ci sono, anche se si nascondono e davanti agli amici fingono di essere uomini “che non devono chiedere mai” e anche di quelli che, invece, terrorizzati all’idea di avere un figlio, si sono sciolti come neve al sole al primo vagito del pupo, senza prima essere svenuti di paura!
Certo, ci sono quelli d’altri tempi, che delegavano tutto alla moglie, nonché mamma dei pargoli, se non che poi, quando meno ce lo si aspettava, si sono dimostrati papà affettuosi e premurosi tanto quanto gli altri, se non di più.
La data dedicata ai papà non è la stessa in tutto il mondo, ma in Italia è stato scelto il 19 marzo per ricordare il padre che rappresenta, dal punto di vista religioso, un punto di riferimento fondamentale, ovvero San Giuseppe, papà di Gesù. Quale giorno migliore, dunque?
Oggi tutti gli scolari d’Italia, dunque, arriveranno a casa con un biglietto, un regalino o un lavoretto preparato con le loro mani da donare all’uomo per loro più importante. E lui, il caro e amato papà, si scioglierà commosso davanti a quelle frasi incerte e quei decori imperfetti, e conserverà come un trofeo le parole d’amore dei suoi piccini.
Non per tutti sarà così, perché in un asilo comunale di Milano è stato deciso di non festeggiare la festa del papà in rispetto di due bimbi che hanno due mamme. Sappiamo tutti com’è andata: i genitori dei bambini della scuola si sono ribellati, delusi dall’abolizione di una festa molto sentita, soprattutto dai piccoli, che spesso non vedono l’ora di mostrare a chi amano cosa hanno imparato e cosa sono stati capaci di fare.
Ma davvero l’unica soluzione era quella di cancellare la festa? Non si è trattato di una decisione troppo affrettata? E siamo sicuri che le mamme dei due bimbi fossero d’accordo? A noi sembra un modo per farli sentire ancor più diversi e ancor più additati dagli altri genitori, soprattutto dai sostenitori della famiglia tradizionale, che spesso sono la maggioranza. Non si poteva semplicemente preparare il regalino, o la filastrocca, per una delle due mamme, o per un nonno? In questo caso, tutti i bambini sarebbero stati uniti e uguali, senza più minoranze e disagi, da parte di nessuno dei protagonisti di questa vicenda.
Ma, si sa, non tutti la pensano allo stesso modo e allora…buona festa del papà a tutti, grandi e piccini, tradizionali e non, sperando che queste polemiche non arrivino ad intaccare tutte le festività, tanto attese dai bambini e tanto radicate nella nostra tradizione.
Vera MORETTI