“Qui più che bella raga possiamo dire bella ruga” così Fiorello mattatore della prima serata definisce il 68° festival di Sanremo. Il suo medley di pezzi storici di Morandi e Baglioni infiamma il pubblico dell’Ariston e davvero, riesce nella difficile missione di scalda pubblico.
Un Baglioni visibilmente emozionato, un po’ imbalsamato, decisamente ritoccato, ma impeccabile nel suo smoking, ha esordito con un monologo un po’ tirato per i capelli che ha faticato ad ingranare. Pierfrancesco Favino ha iniziato puntando più sulla simpatia che sulla bellezza e, seppur tentennando all’inizio, è stato nella parte, ma protagonista assoluta della serata è stata Michelle Hunziker: spigliata e bellissima in Armani Privé.
La prima ad aprire la gara del Festival di Sanremo è stata Annalisa che, come sempre bellissima, ha presentato un brano orecchiabile e decisamente sanremese. Ron invece ha portato sul palco dell’Ariston un inedito di Lucio Dalla, a dir la verità non proprio tra i migliori.
I the Kolors, per la prima volta hanno cantato una canzone in italiano, scegliendo un look circense che ricordava più i domatori di leoni di Nando Orfei che i vincitori di un talent.
Ornella Vanoni, unica vera diva sul palco della riviera, ha scelto un total white e, unica artista, si è espressa sulla rosa bianca appuntata al petto della Hunziker, chiaro omaggio alla campagna #metoo. Sulla sua performance poi, non si sono notate sbavature.
Anche Mario Biondi ha cantato in italiano, la canzone va risentita perché al primo ascolto non ha convinto la rete, ma l’artista non si discute: senza ombra di dubbio il più raffinato e graffiante inoltre, cosa non da poco, non ha stonato nemmeno una volta e non possiamo dire altrettanto di svariati altri artisti.
La reunion di Roby Facchinetti e Riccardo Fogli più che altre emozioni ha scatenato tanta nostalgia e il rammarico di due artisti che sono stati giganti e ora appaiono tristi fotocopie di se stessi. Ma un altro Pooh è comparso sul palco, Red Canzian in versione solista che ha convinto decisamente di più dei suoi ex colleghi.
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Una menzione d’onore poi la merita lo Stato Sociale non tanto per aver portato sul palco una canzone leggermente più ritmata rispetto al panorama, quanto per avere come guest star un’arzilla vecchietta che ballava meglio della Cuccarini pur essendo identica – e coetanea – di “Angela Favolosa cubista” .
Il bilancio della prima serata è presto fatto: abbiamo visto tanto, tantissimo, troppo botox – soprattutto sugli uomini – tanti artisti, soprattutto del passato e tanta pubblicità. Di qualità, di belle canzoni e di sorrisi, invece, un po’ meno. Peccato.
Che il Festival di Sanremo targato Baglioni fosse a rischio lo si era capito sin da subito, ora non ci resta che sperare in una virata verso quelle che erano state le scelte – vincenti – di Carlo Conti.
Silvia GALLI