Il Fidget spinner è già stato definito l’antistress dell’estate, il nuovo gioco che permette di distogliere da cellulari e tablet i ragazzini in età pre ed adolescenziale, ma vediamo di capire esattamente di che cosa si tratta.
E’ un giocattolo a forma di stellina ninja che si usa come se fosse una trottola: tre braccini di plastica che ruotano attorno ad un disco centrale. Sembra sia stato creato nel 1993 dall’ingegnere statunitense Catherine A. Hettinger, in origine il giocattolo è stato utilizzato dai bambini con autismo o disturbi dell’attenzione per aiutarli a concentrarsi, ma questa primavera è letteralmente esplosa la moda. Per fortuna è una moda economica, il modello base (che poi si differenzia veramente poco rispetto agli altri) costa poco più di un euro.
Per utilizzarlo correttamente basta tenere con le dita la parte centrale e dare una spinta ad uno dei bracci ed il Fidget continuerà a girare, senza fermarsi. Ovviamente ci sono poi le evoluzioni e se ai principianti basterà tenere il giocattolo in equilibrio su un dito, i più bravi si cimenteranno in evoluzioni ai limiti dell’acrobatico. Per questo non mancano i tutorial su YouTube.
Gli insegnanti, soprattutto in America, si stanno dividendo in due fazioni i fautori e i delatori; questi ultimi infatti, lo ritengono una fonte di distrazione (rumorosa) . Invece sono molti i genitori e gli insegnati che vedono nel Fidget Spinner parecchi benefici.
Secondo il NewYork Post infatti “I giocattoli sensoriali possono essere un’alternativa preferibile agli smartphone, se si sta cercando di ridurre il tempo che i ragazzini passano di fronte allo schermo. Altri dicono che questi giochi sono un modo per aiutare i bambini a migliorare la memoria e a concentrarsi sul lavoro scolastico. Inoltre non c’è bisogno di guardare quando si sta giocando”. Naomi Schaefer Riley, una mamma di tre figli, ha scritto che “Gli studenti li possono sentire nelle loro mani e anche mentre ascoltano la lezione di un insegnante” Altri insegnati trovano che le classi, sono più attente quando i ragazzi utilizzano questi semplici dispositivi.
Sarà vero? Voi cosa ne pensate? E’ il caso di provarlo? Con i figli, ma anche perché no, durante una riunione in ufficio?
Silvia GALLI
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