Rispondere con garbo. Fare attenzione alle parole che si usano per non ferire gli altri. Ma non solo. In un’era in cui la gentilezza è sempre più sottovalutata ed essere scortesi equivale quasi ad una dimostrazione di forza, essere gentili diventa un vero gesto sovversivo. Per questo si è resa necessaria l’istituzione di un giorno per celebrarla e ricordare quanto essere gentili sia importante. Festeggiata il 13 novembre, la Giornata mondiale della gentilezza è nata in Giappone per volere del Japan Small Kindness Movement, fondato nel 1988 a Tokyo, dove due anni prima si era costituito un primo gruppo di organizzazioni riunito nel World Kindness Movement (Movimento mondiale per la Gentilezza).
Giornata mondiale della gentilezza
E noi oggi vogliamo celebrare questa importantissima ricorrenza, suggerendovi di seguito una lista di dieci piccoli gesti di gentilezza che fanno bene a chi li riceve ma anche a chi li fa.
Regalare un sorriso. Non costa nulla e scalda il cuore. Nella giornata mondiale della gentilezza regaliamo un sorriso a chi amiamo, alla cassiera del supermercato, alla nostra collega d’ufficio, alla persona che ci siede di fianco sul tram, alla persona di cui incrociamo lo sguardo per strada.
Dire grazie. Dovrebbe essere regola. Le nonne la chiamavano buona educazione. E invece, ormai, in questo mondo che va veloce ci siamo quasi disabituati a dirlo e a sentircelo dire. Tanto che quando qualcuno ci ringrazia, ad esempio, per un lavoro ben fatto e consegnato puntualmente, quasi ci stranisce. Beh, facciamo in modo che torni ad essere una buona abitudine, cominciando noi per primi a dire grazie.
Perdonare qualcuno. Non è facile. Perdonare è forse una delle cose più difficili, perché l’orgoglio urla e grida. Proviamo a metterlo da parte. Proviamo a metterci da parte. Secondo quanto emerso da ricerche scientifiche, perdonare può dissolvere l’ansia e affievolire stati depressivi.
Dire ad un’amica che è stata brava. Diciamo alle nostre amiche che sono in splendida forma. Quanto stiano bene con quel vestito e quanto gli donino quelle scarpe con il tacco. O ancora quanto siano belle. Ma non diciamo quasi mai quanto siano state brave. In un lavoro. Ad uscire da una storia tossica. A tenere con coraggio insieme tutti i pezzi. Dovremmo farlo tutte e più spesso. Dovremmo dire alle nostre amiche e a chi amiamo quanto siano brave.
Dare un abbraccio. È una delle forme più potenti che abbiamo a disposizione per dimostrare il nostro amore. Un abbraccio può salvare. Scioglie la tensione, disintegra quel nodo che abbiamo in gola, riduce il senso di solitudine e le paure. Un abbraccio – diceva Alda Merini – è indispensabile per ritrovarsi interi.
Chiedere scusa. Un po’ come perdonare. Chiedere scusa non è facile. Forse perché, anche in questo caso, subentra l’orgoglio e le parole pesano come macigni. Nella giornata mondiale della gentilezza – ma non solo – proviamo a chiedere perdono per un torto fatto. Fa bene all’equilibrio sociale e personale.
Fare un regalo. Non serve esagerare. Parliamo di piccoli regali. Un libro. Un caffè sospeso. Lasciare un cioccolatino sulla scrivania di una collega. Insomma un piccolo gesto di gentilezza che svolta la giornata a chi lo riceve.
Lasciare il posto a qualcuno in metro. Alziamo lo sguardo dal nostro telefono e guardiamoci intorno. Una donna incinta, un bambino, una mamma con il passeggino e un bimbo in braccio, un anziano… ma non solo. Osserviamo le persone che si trovano a noi vicine e cerchiamo di capire chi ha bisogno. Cediamo loro il nostro posto.
Esprimere i nostri sentimenti a chi amiamo. Non solo abbracci, ma anche parole. Saper comunicare i sentimenti è importante per il benessere e il consolidamento di tutti i rapporti più importanti. Riproponiamoci di dire a chi amiamo quanto sia importante per noi e non solo per celebrare la Giornata mondiale della gentilezza…
Pinella PETRONIO
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