Il dissidente russo Alexei Navalny, appena condannato in patria, l’Organizzazione mondiale della sanità e l’attivista per il clima Greta Thunberg sono tra i nominati per il Premio Nobel per la pace 2021. Ma, non dimentichiamo che è stato nominato anche l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il suo genero ed ex consigliere per il Medio Oriente Jared Kushner con il suo vice Avi Berkowitz oltre che il movimento Black Lives Matter.
Come funzionano le nomination per il Premio Nobel?
Questo è lo schema che permette comprendere bene le tempistiche della Fondazione che spiega tutto anche sul proprio sito ufficiale. Il premio Nobel per la pace 2021 verrà annunciato il 5 di Ottobre, le premiazioni saranno, come di consueto, a Dicembre. Nel 2019 a causa della pandemia l’evento si è svolto online, quest’anno potrebbe invece tornare tutto alla normalità, Covid-19 permettendo.
Le nomination per i candidati al premio sono scadute il 31 di Gennaio e in questi giorni sono venuti fuori i papabili nomi dei possibili vincitori che ricordiamo sono delle ipotesi, la Fondazione infatti non rivela per 50 anni i nomi di chi propone e di chi viene proposto. A fare le ipotesi però sono i parlamentari svedesi che ogni anno hanno azzeccato i pronostici, così molto probabilmente questi nomi sono i possibili vincitori del Premio Nobel per la pace 2021.
Premio Nobel per la pace 2021: candidati
Vediamo dunque chi sono questi candidati e quali sono le motivazioni che li riguardano.
Greta Thumberg è stata nominata per la terza volta dal parlamento svedese, potrebbe quest’anno essere la volta buona. La fonte è autorevole, Reuters infatti ha raccolto le voci dei legislatori norvegesi spiegando chi e perché di queste scelte.
Greta Thunberg è stata nominata come uno delle “principali portavoce nella lotta contro la crisi climatica“, con il movimento di protesta che ha co-fondato, Fridays for Future. Almeno due legislatori svedesi hanno nominato l’attivista per aver protestato davanti al parlamento stimolando la consapevolezza sul cambiamento climatico per tutto il mondo. Jens Holm e Hakan Svenneling del partito di sinistra svedese hanno dichiarato che la Thunberg ha lavorato molto duramente in questi ultimi anni per far aprire gli occhi ai politici sulla crisi climatica e sulla riduzione dell’inquinamento ambientale. Fridays for Future ha posto l’attenzione sull’Accordo di Parigi che è stato firmato nel 2018 dagli stati membri con lo scopo di “contenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto della soglia di 2 °C oltre i livelli pre-industriali, e di limitare tale incremento a 1.5 °C, poiché questo ridurrebbe sostanzialmente i rischi e gli effetti dei cambiamenti climatici.”
Ma non solo ambiente, in lizza ci sarebbero anche Alexei Navalny, sostenuto dall’ex ministro norvegese Ola Elvestuen per i suoi “sforzi per una democratizzazione pacifica della Russia“. e L’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità che è stata scelta per la battaglia contro il Covid-19 e per il programma di distribuzione dei vaccini, che nel 2020 ha dovuto destreggiarsi in una pandemia mondiale non ancora conclusa.
Ma c’è anche il movimento Black Lives Matter, tra i protagonisti della cronaca e dell’attualità del 2020, che ha ricevuto la candidatura al Nobel per la Pace per gli enormi risultati raggiunti nel creare sensibilizzazione e consapevolezza globale sull’ingiustizia razziale. Anche la NATO, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), la Stazione Spaziale Internazionale ma anche, la libertà di informazione che è un tema ricorrente con candidati come il Comitato per la protezione dei giornalisti con sede negli Stati Uniti, l’ex giornalista di Charlie Hebdo Zineb el Rhazoui, il sito di notizie di Hong Kong Free Press, l’International Fact-Checking Network con sede negli Stati Uniti e Reporter senza frontiere (RSF) con sede a Parigi.
Tra i candidati anche l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, suo genero ed ex consigliere per il Medio Oriente Jared Kushner (sì il marito di Ivanka) con il suo vice Avi Berkowitz che hanno ricevuto la nomination “per il suo ruolo di mediazione in un accordo che ha visto gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrain normalizzare le relazioni con Israele“.
MaZ
Photocredit cover Instagram @gretathunberg