Se è vero che da qualche anno a questa parte Halloween è entrata nel nostro mondo, è altrettanto vero che mai come quest’anno abbiamo sentito forte la voce dei delatori.
Gli ultra cattolici gridano allo scandalo, si lamentano id come questa giornata di festa sia, letteralmente, una celebrazione del demonio. Noi riteniamo che di satanico in una festa, seppur puramente consumistica, non ci sia proprio nulla.
Al di là del voler spingere o meno a festeggiare e a riproporre in chiave italiana un’usanza americana, ci piace spiegare alcuni dettagli della festa facendoci aiutare da chi ne sa più di noi, come ad esempio Paolo Gulisano e Brian O Neil che hanno scritto La notte delle zucche. Halloween: storia di una festa
La parola halloween ha, evidentemente origine anglosassone e deriva da una contrazione della frase “All Hallows Evening” (in inglese arcaico All Hallows Day, moderno All Saints) che tradotto significa la notte di Ognissanti.
Questa notte nella tradizione Irlandese, coincideva con l’inizio dell’inverno ed era legata alla festa celtica di Samhain (capodanno celtico). “Era un momento di contemplazione gioiosa, in cui si faceva memoria della propria storia, della propria gente, dei propri cari, in cui si celebrava la speranza di non soccombere alle sventure, alle malattie, alla morte stessa, che non era l’ultima parola, se era vero che i propri cari, almeno una volta l’anno, potevano essere in qualche modo presenti. Nella magica notte di Samhain non erano le oscure forze del caos che riportavano nel mondo i morti, ma il ricordo e l’amore dei vivi che li celebravano gioiosamente>>
Tra l’altro, non aveva parlato in questi termini anche la Disney con Coco, la favola che celebra los dias de los muertos?
“La tradizione celtica manifestava il desiderio che la morte non fosse l’ultima parola sulla vita umana e testimoniava, a suo modo, la speranza nell’immortalità delle anime. Il cristianesimo comprese che la propria convinzione della costante presenza ed intercessione della chiesa celeste, della comunione dei santi che già vivono in Dio, poteva rinnovare dall’interno l’attesa ed il desiderio che la tradizione di Samhain celebrava. Samhain divenne così Halloween.
In epoca vittoriana furono gli strati più elevati della società ad impadronirsi della festa: era di moda, in America, organizzare feste, soprattutto a scopo benefico, la notte del 31 ottobre. Era necessario tuttavia, perché Halloween fosse bene accetta in società, eliminare ogni riferimento di tipo religioso, in particolare la visione della morte, amplificando i giochi e la parte scherzosa e ludica della festa.
Poi, la ‘festa dei morti’ si trasformò in una specie di celebrazione dell’oscurità, della magia, con contorno di streghe e demoni. La solidarietà tra le generazioni, tra i morti e i vivi, aveva lasciato posto ad un terrore cupo e gotico della morte.
E oggi? Come abbiamo detto ci sono quelli che vedono la festa come si suol dire, con il fumo negli occhi, e ci sono quelli che la vedono come la vigilia della Festa di Ognissanti e la vivono in chiave cattolica.
Noi, dal canto nostro non possiamo che dire che le zucche ci piacciono moltissimo e che gli scheletri, soprattutto quelli disegnati da Disney ci sono molto simpatici, quindi perché no? Insegnamo ai bambini a divertirsi in modo sano senza avere paura che un travestimento da zombie o da scheletro nasconda chissà quale significato!
Silvia GALLI