Come ogni anno nei centri delle città sono spuntati gli alberi di Natale, ma se negli anni scorsi erano gli abeti veri a farla da padrone, più o meno maestosi. Spelacchio, l’albero di Natale esposto a Roma in Piazza Venezia, fa scuola e il suo soprannome la dice lunga su che tipo di albero sia.
Quest’anno, anzi a dirla tutta già da alcuni anni, la tendenza è quella di esporre un albero di Natale decisamente diverso, soprattutto se si tratta di esposizioni all’aperto. Il trend è infatti quello degli alberi luminosi, senza foglie. Si tratta di enormi coni illuminati e decorati in vario modo.
Facciamo una carrellata di piazze in giro per il mondo e vediamo che cosa viene allestito ed addobbato quest’anno? Pronti!
A Lisbona c’è l’albero di Natale che, di giorno, sembra fatto di deliziosi macarons alla fragola e alla panna, ma di notte si illumina in maniera sorprendente. Complice il fatto che sia stato montata in praca do Comercio, di fronte all’Oceano Atlantico, questo albero vale il viaggio.
Anche la “vicina” Madrid ha montato un albero, per così dire 2.0, ovviamente in Plaza Major!
A Londra, l’abbiamo già detto, tra vetrine e illuminazioni, è difficile trovare concorrenti, ma se l’albero di Natale in Trafalgar Square è piuttosto anonimo ce n’è un altro, lungo il Tamigi, di fronte al Tower Bridge che, soprattutto al tramonto regala emozioni fortissime.
A Parigi hanno voluto fare i diversi e, al forum di Les Halles hanno scelto forme decisamente più morbide e armoniose: palle, classiche e caratteristiche di ogni albero di Natale che si rispetti.
Leggi il nostro speciale Natale 2019
E qui da noi?
In Italia seguiamo le mode, anzi a dirla tutta, come spesso capita, noi le mode le dettiamo: Torino, prima in Piazza Castello, da qualche anno in Piazza San Carlo, è stata una delle prime città ad allestire un albero di sole luci e il risultato, a distanza di anni è sorprendentemente moderno e innovativo.
Anche Milano, dopo tanti anni ha dovuto arrendersi e, dimenticato l’albero classico ha scelto un cono di luce molto futuristico.
Ecco la scelta di Lecco, più piccola, certo, ma non meno affascinante.
E voi che cosa ne pensate? Siamo pronti all’albero 2.0, con buona pace di Greta e dei suoi amici, o non riuscite a rinunciare alla poesia dei rami di pino come succede ancora a New York, anzi a Rockefeller Cetner.
Silvia GALLI