Quasi un decennio fa, il 15 giugno 2015, Inside Out ha lasciato il segno nel cinema e da allora è diventato uno dei gioielli dell’infanzia più apprezzati  della Pixar. I temi del film, come gestire il cambiamento e comprendere le emozioni, hanno trovato riscontro  tra spettatori e famiglie, rendendolo un’esperienza in cui si possono identificare mamme, papà e bambini. Spesso è stato utilizzato anche  in classe come strumento di lezione. Ha fatto versare qualche lacrima a chiunque lo abbia guardato al cinema.

Le aspettative per Inside Out 2 erano alte.

Sebbene i sequel raramente facciano meglio dell’originale, Inside Out 2 non ha deluso. In questo sequel, la Pixar prende  qualcosa di universalmente  complesso come la pubertà e lo scompone  in modo eccellente. Consente a genitori e figli di andarsene sentendosi visti, di avere lo spazio e il tempo per creare dialoghi aperti su emozioni complesse e, in generale, di lasciare le famiglie confortate e con un senso di sollievo quando affrontano questo periodo della vita che arriva duro e veloce per ttutti.

Inside Out 2 e la complessità della pubertà (contiene spoiler)

Riley ha tredici anni e da un giorno all’altro è catapultata nella pubertà. Mentre gioia, tristezza, paura, rabbia e disgusto escono per la notte e dormono serenamente, un allarme suona sul pannello di controllo ed è ufficialmente il giorno della dimostrazione; la pubertà arriva come una palla da demolizione e cambia tutto.

Riley si sveglia dal sonno e, mentre le emozioni cercano di iniziare a lavorare sul pannello, il minimo tocco crea un senso di emozione accentuato, che vediamo quando parla con sua madre.La rabbia tocca il pannello e Riley risponde con rabbia accentuata. Abbiamo anche uno scorcio del dialogo interiore della madre quando le sue emozioni pensano: “Abbiamo appena avuto uno scorcio dei prossimi dieci anni”, mentre commenta l’odore di Riley. Rappresenta perfettamente i nostri sentimenti e come cresciamo durante la pubertà.

Ci sono nuove emozioni in questo film perché la pubertà porta con sé un insieme di emozioni molto più complesse. Questa volta, incontriamo invidia, imbarazzo, noia e ansia. C’è anche nostalgia, ma non vedremo quella sensazione per qualche anno ancora.

Il film fa un ottimo lavoro nell’introdurci a emozioni complesse, non ci vengono fornite molte informazioni sulle strategie per gestire queste emozioni nel mondo reale.

Silvia GALLI