In alcuni casi, però, il rifiuto non è dovuto ad un capriccio ma ad un fastidio vero e proprio, che potrebbe sfociare in intolleranza.

Essere intolleranti al lattosio significa avere un intestino incapace di scindere lo zucchero complesso del lattosio, non assorbibile dall’intestino, in zuccheri semplici, invece assorbibili.

Inoltre, considerando che il lattosio si trova anche nel latte materno, l’intolleranza si può manifestare anche nei neonati.

Ma quali sono i sintomi di questa fastidiosa intolleranza?

Se non viene digerito, il lattosio tende a fermentare nell’intestino, favorendo la produzione di gas intestinali.

Altri sintomi tipici dell’intolleranza al lattosio nei bambini e nei neonati sono: diarrea, dolori e tensioni intestinali, gonfiore addominale, flatulenza e, di conseguenza, disidratazione.

I sintomi appaiono una o due oro dopo aver assunto alimenti a base di lattosio e la loro intensità dipende dalla quantità che questi cibi contenevano.

 

Per capire se veramente il bimbo è intollerante, basta eseguire il breathe test, esame semplice e per nulla invasivo che si esegue in ospedale anche in regime di day hospital.

Se il risultato conferma l’intolleranza, c’è poco da fare: occorre seguire una dieta totalmente priva di lattosio, a cominciare dal latte e i suoi derivati, ma anche formaggi, gelati e biscotti contenenti latte.

Esistono anche alimenti che contengono scarse quantità di lattosio, e anche quelli vanno eliminati: prosciutto e insaccati ne contengono, perciò è bene leggere sempre gli ingredienti sulle confezioni.

La cosa positiva è che, dopo un periodo di dieta ferrea, gli alimenti contenenti il lattosio possono essere reintegrati , gradualmente, e così facendo spesso l’intolleranza non si ripresenta.

 

Vera MORETTI

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