Lo abbiamo avute tutte un diario da piccole ma anche da grandi. Un luogo segreto, un posto del cuore sulle cui pagine lasciare defluire i pensieri, tra i cui fogli appuntare cose, fatti, situazioni, foto, foglie raccolte e fiori donati da essiccare. Un diario che diventava un amico, un conforto, un mezzo di sfogo che lascerà traccia e memoria delle cose fatte e vissute, dei volti amati e di quelli detestati, delle gioie e delle sofferenze, dei momenti di trascurabile felicità e quelli di trascurabile infelicità. E non ci risulta strano che anche una donna del calibro di Jane Birkin, un’icona che tuttora rimane inarrivabile, ne avesse uno.
Uno che ha iniziato a scrivere all’età di 11 anni e che è stato adesso pubblicato da Fayard con il titolo di Munkey Diaries. Munkey come la scimmietta di peluche, che possiede tuttora, e a cui amava confidarsi quando era piccola. Un diario che verrà pubblicato in più volumi, nel primo dei quali Jane Birkin racconta fino all’anno della nascita di Lou Doillon, sua terza figlia. In poco più di 350 pagine sono condensati gli anni che vanno dal 1957 al 1982. Anni che l’hanno vista sposarsi (a soli 17 anni con John Barry, l’autore delle colonne sonore di James Bond), diventare mamma di tre bimbe (oltre a Lou Doillon, anche Charlotte Gainsbourg, oggi attrice e cantautrice di successo come è stata la mamma e Kate Barry, scomparsa probabilmente suicida nel 2013) e che raccontano di altri due grandi amori.
In questi anni in cui, senza pudori né segreti, confessa di essere letteralmente ossessionata dal sesso e di non trovare nel marito un complice in questo senso: “Non riesco a pensare ad altro. Ma non posso dire a John che è sposato con una maniaca sessuale“. Marito che infine lascerà quando entrerà in scena nel 1968 quando Jane perderà la testa per Serge Gainsbourg, a cui dedicherà il maggior numero di pagine e grazie a cui riuscirà a realizzare i suoi sogni e le fantasie sessuali più torbide e di cui scriverà: “È così dolce, tenero, forte e sensuale, è sessualmente meraviglioso“.
E sarà sempre lui, come scrive, a farla sentire con sua evidente soddisfazione “una sordida puttana“, realizzando il suo desiderio di voler andare in un bordello. L’episodio si riferisce a quando, nel 1968, i due si recarono nel quartiere parigino di Pigalle e da cui dovranno fuggire in macchina a causa di due prostitute che decisero di scagliarsi contro di lei: “È stato molto eccitante essere lì in miniabito nero e stivali alti fino alla coscia. La fantasia era realtà“, scrive la Birkin sul suo diario.
L’amore per Gainsbourg sarà una costante nella vita di Jane Birkin. Un amore mai finito del tutto, proseguito dopo la rottura per via dell’alcolismo di lui, anche quando l’attrice e cantautrice sposerà il suo terzo e ultimo marito, Jacques Doillon, con cui si chiedeva se fosse possibile un ménage à trois. Un amore a cui dedicherà pagine su pagine, sin dal primo loro incontro. “Ho appena finito di girare un film chiamato Slogan in Francia. C’era un uomo che mi piace molto e il suo nome è Serge Gainsbourg”, scriverà. E ancora “Ha un’attitudine molto bizzarra, ma mi piace, è diverso da tutto ciò che conosco, un po’ degenerato ma puro allo stesso tempo”. E poi, con l’amore esploso in tutta la sua forza: “Per Serge vorrei convertirmi all’ebraismo, voglio fare di tutto per dimostrargli il mio amore e che gli sarò fedele per sempre”.
Un’ossessione dolce ma folle e maledetta, che le procurerà enorme dolore. “L’alcol è il mio incubo. Lo trasforma in qualcuno di così diverso e spaventoso. A volte dice che adesso che ha la gloria, i soldi e la celebrità, la sola cosa che non sa fare è uccidere. Quando sono triste, voglio davvero morire, e per mano sua. Perché no? Sono così stanca della difficoltà di vivere”, scriverà Jane Birkin, ribadendo tuttavia: “So che qualunque cosa faccia, non sarò mai felice senza Serge. Se me ne vado, mi mancherà sempre la mia vita eccezionale accanto a un uomo eccezionale”. Un amore che non si spegnerà nemmeno dopo la morte di lui, nel 1991, in occasione della quale l’attrice annoterà: “Nel mio cuore, Serge, è come se non fossi mai andato via“.
Il primo volume di Munkey Diaries è uscito in libreria il 3 ottobre. Per leggere il secondo, invece, dovremo attendere il 2019.
Pinella PETRONIO