Uno studio pubblicato sul The Journal of Sex Research e condotto dai ricercatori statunitensi della California State University di Sacramento su 4.000 soggetti ambosessi di età compresa tra i 18 e i 30 anni ha dimostrato tutto il contrario: una notte folle con uno sconosciuto abbatte l’autostima, diminuisce il livello di felicità percepita e fa crollare la soddisfazione personale.
Stupite? Non parliamo degli incontri più o meno fugaci con il proprio friend-with-benefits (quelli semmai aiutano a riportare l’autostima a livelli più che ottimi), ma delle one-night-stand alla Sex and the City stile ciao-vuoi-un-drink-saliamo-da-me-o-da-te. Con finale a sorpresa la mattina dopo tipo “Ah, piacere, io sono Gina” corredato da un sorrisetto imbarazzato e fuga più veloce della luce.
Che la passione di una notte non sia la ricetta per la felicità eterna l’avevamo intuito sin dai tempi della spasmodica ricerca del Principe Azzurro, ma che addirittura sia la causa di stati d’ansia generalizzati e sindromi depressive nessuno se lo aspettava.
E’ anche vero che la relazione potrebbe essere inversa: chi è molto ansioso o depresso tende a non riuscire a creare relazioni stabili e a saltellare da una notte di sesso occasionale all’altra…
La relazione tra il sesso occasionale e il malessere psicologico comunque risulta chiara e forte: d’altronde il sesso, per rivelarsi in tutto il suo splendore, ha bisogno di pazienza, rispetto, impegno, serenità e passione.
E non è affatto vero che “Non c’è sesso senza amore“, come cantava il grande Venditti, ma sicuramente il sesso non sarà mai realmente travolgente se non c’è almeno un po’ di amore… per se stesse.
Erika POMPILI
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