Le vacanze stanno finendo per la stragrande maggioranza degli italiani, con lunedì molti uffici e aziende riapriranno i battenti dopo un periodo di chiusura estiva (alcune aziende hanno già aperto questa settimana, lo sappiamo).
Tutti noi ci troviamo con un umore simile a quello dei condannati al patibolo se pensiamo che prima della prossima vacanza dovranno passare almeno altri undici, sì, undici mesi.
Per evitare questo clima luttuoso c’è solo un modo di pensare, quello delle micro cation, ovviamente.
L’ultima trovata dei millennials, sì, anche, ma non solo: micro cation, infatti è un anglo latinismo che sta a significare brevissime (micro) vacanze (cations).
E’ una tendenza quella delle micro vacanze che ha preso piede soprattutto tra i più giovani, ma non abbiamo dubbi che in breve si diffonda anche tra chi giovanissimo non lo è più.
Fino a qualche decennio fa, soprattutto in Italia, il primo di agosto le fabbriche chiudevano, i negozi abbassavano le serrande e gli italiani si trasferivano nelle località di villeggiatura per i successivi 30 giorni.
Oggi il trend non è più questo.
E’ difficile he le persone si concedano più di 15 giorni, al massimo tre settimane consecutive di vacanza, molto spesso gli altri giorni sono spesi in vacanze in altri periodi dell’anno o accumulate.
Ecco per evitare di accrescere il proprio monte ferie e per evitare periodi troppo lunghi tra una vacanza e l’altra, la soluzione è la micro-cation.
Inoltre con l vacanza breve e fuori stagione si hanno anche molte condizioni più vantaggiose. I
prezzi dei voli e degli alberghi sono sempre inferiori ai periodi di alta stagione e, naturalmente, è difficile trovare la ressa tipica del mese di agosto.
A volte è sufficiente attaccare un venerdì o un lunedì ad un normale week end per fare un piacevolissimo city break in una qualsiasi capitale europea o, meglio ancora agganciarsi ad uno dei canonici ponti che costellano il nostro calendario.
In effetti attendere fino al prossimo agosto per una vacanza è tantissimo, ma il ponte di Ognissanti è dietro l’angolo, no?
Silvia GALLI
photo credit Joan Duarte