Si chiamava Isabelle Eugénie Boyer e posava per lo scultore Frédéric Auguste Bartholdi. suddetta celeberrima scultura.
Sposata dapprima all’industriale americano Isaac Merrit Singer “patron” delle macchine da cucire omonime, poi al duca di Campo Selice del Lussemburgo, nel 1878, la bella duchessa di 36 anni attirò l’attenzione dell’artista che la immortalò rendendola per sempre Miss Liberty.
La Statua della Libertà fu regalata dalla Francia agli Stati Uniti simbolo di amicizia e lealtà per il centenario della Dichiarazione d’Indipendenza Americana (4 luglio 1776).
L’opera, realizzata da Bartholdi con il supporto degli architetti Viollet Le Duc e Gustave Eiffel per gli aspetti più tecnici, fu inaugurata nel 1886 su Bedoe’s Island, all’entrata del porto sul fiume Hudson, al centro della baia di Manhattan.
Il nome dell’opera è “La Libertà che illumina il mondo” (Liberty Enligtening the World) e rappresenta una dea che con la mano destra tiene sollevata una torcia, mentre con la sinistra stringe una tavola con la Dichiarazione d’Indipendenza Americana. Ai suoi piedi giacciono le catene spezzate sono simbolo della fine dell’oppressione, mentre le sette punte della corona simboleggiano i sette continenti.
La statua è realizzata in rame ed era di un brillante colore rossastro/marrone (come una moneta da un centesimo americana). La statua cambiò il suo colore in una patina verde-blu nel corso dei due decenni successivi.
La statua fu completata e presentata all’ambasciatore statunitense in Francia il 4 luglio 1884. Rimase lì finché fu smontata in 300 pezzi, imballata in 124 casse e spedita via mare negli Stati Uniti nel 1885, dove fu riassemblata. Il viaggio attraverso l’Oceano Atlantico durò una settimana in più del previsto e il vascello che portava la statua dal peso di una tonnellata quasi affondò in una tempesta.
Tra il 1886 e il 1906, la Statua della Libertà venne utilizzata come faro. Il voltaggio non aveva la forza sufficiente per guidare in modo adeguato le navi dopo il tramonto, quindi il Faro della Libertà venne chiuso dopo 16 anni.
Si stima che la statua sia colpita da più di 600 fulmini all’anno.
Silvia GALLI