In un film di tanti anni fa, il protagonista diceva che “tutte le storie d’amore finiscono male, altrimenti non finirebbero affatto”.
Ma, per quanto sia vera questa frase, è difficile accettare questa realtà, soprattutto se su quella storia si aveva investito tutto, dai sogni alle aspirazioni, fino alla vita intera.
E quando questa vita non è più bella e leggera come durante l’innamoramento, quando la bolla dentro la quale ci si era rifugiati inconsapevolmente scoppia, si cade, inevitabilmente, e si torna a camminare nella dura realtà, che diventa triste se bisogna percorrere la strada da soli.
A questo punto si trovano Delia e Gaetano, i protagonisti del romanzo, ed ora film, Nessuno si salva da solo, crudelmente e crudamente raccontati da Margaret Mazzantini, troppo vecchi per fare gli innamorati da “Tempo delle mele” ma troppo giovani per aggiungersi alle tante coppie separate con figli.
Eppure, è proprio a questo bivio che i due si trovano: Gaetano è già uscito di casa, dove Delia è rimasta insieme ai due bambini, Cosmo e Nico, ma, sebbene entrambi siano consapevoli di essere arrivati al capolinea, stentano a scrivere la parola fine in fondo alla loro storia.
In una sera d’inizio estate, dunque, eccoli lì, seduti ad un tavolo di un ristorante, cercando di mettere insieme i cocci, trovare accordi sulla gestione dei figli e sbrogliare una matassa troppo fitta ma anche troppo consumata per essere ricomposta.
Cosa si fa in questi casi? Si accetta la realtà o si combatte per cercare l’amore, per capire quando e dove è finito?
Questo è il quesito che riguarda le crisi delle coppie di oggi, quelle che hanno compiuto i trenta ma non ancora i quarant’anni, che pensano di avere ancora tante risorse ma sanno che lentamente si stanno esaurendo.
La risposta è nell’epilogo del libro, e nell’epilogo del film, ora al cinema con Jasmine Trinca nel ruolo di Delia e Riccardo Scamarcio in quello di Gaetano.
Vera MORETTI