Iniziamo dall’inizio e raccontiamo la storia di un’azienda che ha per protagonista, oltre ovviamente alla dolcezza, l’imprenditoria femminile.
Luigi Leone, il fondatore era originario di Neive ed aveva aperto ad Alba, in provincia di Cuneo, una confetteria, ma non è stato lui ad aver fatto grande la storia delle pastiglie quanto la signora Giselda Balla, una giovane donna nata a Chieri che può essere tranquillamente definita una pioniera dell’imprenditoria femminile.
La signora Giselda lavorava per l’ufficio commerciale dell’azienda dolciaria Dora Biscuits e, sin da giovanissima rivelò il suo acume per gli affari: infatti rivendeva biscotti ai piccoli negozianti della città che non potevano acquistare il minimo d’ordine dall’azienda e guadagnava utilizzando lo sconto dipendenti. In pochi anni, nel 1934 per la precisione, rilevò la confetteria, dopo aver costituito con il fratello la società La Vittoria per la distribuzione di vari prodotti dolciari e trasferì, quella che era stata la confetteria Leone, nella sede storica di Corso Regina Margherita a Torino. Se sia stato Innocenzo Monero, funzionario di banca che consigliò la signora Giselda, diventandone in seguito il marito o meno non è dato di sapere, quel che è certo è che i coniugi non seguirono insieme le sorti della Leone: lui fondò la ditta Floris che si occupava di gommose, fondant e cioccolato, mentre lei si dedicò alla ditta Leone, al pastigliato, nella confezione, tuttora in uso, della scatola di latta.
Negli anni 60 sempre sotto l’egida della signora Giselda, le attività dei coniugi Monero si fondono ed entra in azienda il figlio Guido il cui apprendistato imprenditoriale è stato tra i più lunghi mai conosciuti in quanto la grintosa signora mantenne saldo lo scettro fino a pochi mesi prima della morte avvenuta nel 1988. Si dice che la signora Giselda infatti, controllasse tutto dell’impresa, dalle finanze alla preparazione delle essenze, per lungo tempo lavorate solo da lei o sotto il suo controllo assoluto e conservate in un locale inaccessibile ad altri, che è una sorta di caveau della Leone.
Oggi Pastiglie Leone si appresta a spegnere 160 candeline, con un’immagine che pur rimanendo fedele a se stessa è stata spolverata e sera più attuale, si presenta sul mercato con una gamma amplissima, 40 gusti, di pastiglie, il prodotto di punta, confezionate in latte di volta in volta dedicate a fiabe, fenomeni di costume o vecchie campagne pubblicitarie e quest’anno con una serigrafia dedicata all’anniversario, ma non si scorda di altri prodotti che hanno fatto grande l’azienda.
Le lacrime d’amore, ad esempio, sono un prodotto di altissima confetteria a base di acqua e zucchero che si formano per colata con un meccanismo ancora totalmente artigianale. Il cioccolato, abbandonato alla fine degli anni 70 per ragioni di spazio oggi è uno dei prodotti più pregiati perché la produzione è From Bean to Bar, viene seguita dal baccello alla tavoletta. Imperdibili le gelatine alla frutta e i famosi Senateur di cui molto era già ghiotto il conte di Cavour. Dicono in azienda infatti che “nel 1857, Torino è in fermento, il Parlamento insorge e Camillo Benso Conte di Cavour durante i suoi interventi, suole umettarsi la gola assaporando il delicato aroma delle sue caramelle preferite: le gommose Leone alla liquirizia aromatizzate alla violetta. Presto, la pastiglia alla violetta diviene il gusto più diffuso nell’aula del Parlamento Subalpino e popolarmente ribattezzata in onore di Cavour e dei suoi colleghi: “senateurs”. In Piemonte, le gommose alla liquirizia aromatizzate alla violetta sono ancora assai popolari e spesso vengono denominati “buton da preve” (bottoni del prete).”
Oggi non poteva mancare, ed è un prodotto di grande successo, la Leonsnella una caramella che oltre ad essere, come tutti i prodotti del marchio, gluten e vegan free è anche senza zucchero.
Da Neive, a Torino ed ora in quasi tutto il mondo le Pastiglie Leone addolciscono le bocche dei palati più raffinati, noi non possiamo che dire: almeno altri 160 di questi giorni!
Silvia GALLI
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