Scoperto da Cristoforo Colombo, conquistato con le armi da spagnoli prima e portoghesi poi, il Nuovo Mondo è pronto a subire l’ennesima ondata di colonizzatori, più agguerriti e bellicosi che mai: l’orda più o meno organizzata, ma sicuramente trash oltre ogni confine della decenza umana, dei concorrenti della nuova edizione di Pechino Express. Che poi di Pechino, la quarta edizione del reality show condotto anche quest’anno da Costantino Della Gherardesca, avrà ben poco visto che il percorso si snoderà esclusivamente in Sud America, da Quito a Rio de Janeiro, passando per luoghi mitici come Urubamaba e Machupichu che poco o nulla hanno in comune con la desolazione della pianura indo-gangetica attraversata nella prima edizione, l’unica terminata realmente in Piazza Tienanmen. In onda in prima serata da questa sera, ovviamente su Raidue come le precedenti edizioni, anche quest’anno ci sarà bagarre per arrivare a Rio e succedere ai trionfatori delle scorse annate: Alessandro Sampaoli (37) e Debora Villa (46), Gli Attori dell’edizione d’esordio, Massimiliano Rosolino (37) e Marco Maddaloni (31), Gli Sportivi di Obiettivo Bangkok Stefano Corti (30) e Alessandro Onnis (28), I Coinquilini campioni uscenti.
Tutte le coppie di Pechino Express 2015
Otto coppie quest’anno, di cui un paio formate da concorrenti non famosi, sono pronte ad attraversare in lungo e in largo per dieci puntate i luoghi storici di Inca e Quechua, tra vallate sterminate e incontaminate dove il tempo sembrerebbe essersi fermato ben prima dell’arrivo degli eserciti europei, per arrivare ai piedi del Pan di Zucchero dopo prove di coraggio che già da ora si preannunciano ai limiti della sopportazione umana. Coppie affiatate e altre decisamente più improbabili cercheranno (almeno) di sopravvivere ai 10 mila km di itinerario facendo leva sulle caratteristiche di ognuno dei concorrenti con un solo obiettivo: portare a casa più o meno intatta la pelle. Cercando di ingurgitare meno schifezze possibili – detto che la cucina Sudamericana possiede vere e proprie prelibatezze a base di insetti e larve da far impallidire gli chef vietnamiti e thailandesi della seconda edizione – e riportando in patria tutte le 206 ossa che Madre Natura ha avuto il buon cuore di affidarci senza ammaccature di qualsiasi sorta tra un passaggio rimediato al volo e una gelida notte passata all’addiaccio nel cuore dell’America Latina più selvaggia. Ancora un po’ di pazienza, il meglio (del peggio) è alle porte…