Una storia che inizia con un terribile incidente, ai danni di Rautala, imprenditore geotermico, che deve affrontare il dolore fisico al di sopra di ogni immaginazione.
Così si apre La legge di natura, il nuovo libro di Kari Hotakainen, edito da Iperborea, storia che si svolge in Finlandia, dove abita il protagonista.
In ospedale viene trattato come un sopravvissuto, perché questo è: uno scampato a morte quasi sicura, ma di tempra abbastanza forte da essere passato oltre il dramma dei suoi arti spezzati e della sua vita in bilico.
Nel letto in cui giace, senza potersi muovere, senza poter fare altro che aspettare di essere accudito dall’infermiera di turno, lascia volare i pensieri, che escono dal suo corpo esanime e pesante, e arrivano dalle persone della sua vita, quelle ancora presenti e quelle che, invece, esistono solo nei ricordi, o nelle attese.
Dalla moglie, morta quando la figlia Mira era ancora piccola, fino alla bimba che sta per nascere, e che lo renderà nonno, passando anche dai suoi genitori, invecchiati, non più autosufficienti.
Chi si prende cura di lui mentre è in ospedale? Chi lo va a trovare? A parte il collega Mika, bizzarro ma affettuoso, c’è solo l’infermiera Laura e i medici che l’hanno operato, salvandogli la vita.
Ma la storia non è tutta qui, perché la sua esistenza post incidente viene sconvolta da ulteriori novità. Prima di diventare nonno, arriva alla sua porta Badu, un giovane africano che Rautala aveva adottato a distanza all’epoca della morte di sua moglie, per riaccendere una speranza in quel momento perduta.
Rautala ne è spaventato, teme per la sua incolumità, ora che è diventato più fragile e sensibile, e per la sua famiglia. Ma suo padre Vaino, che intuisce certi affari loschi, ma a quanto pare innocui, del nipote acquisito, accetta la situazione in maniera più semplice e diretta, tanto da convincere Rautala a lasciarsi andare, a dare spazio al futuro.
Si tratta di un racconto dalle tinte forti, ma raccontato con pacatezza, che offre tanti spunti di riflessione, a cominciare dalla precarietà della vita, fino all’importanza degli affetti e della famiglia, che permettono di superare anche gli ostacoli più duri.
Nonostante la drammaticità della storia di Rautala, non manca mai la speranza e la consapevolezza che il futuro è ad un passo, e che può essere affrontato in tanti modi, ma che, se si riesce a farlo con ottimismo, le cose potrebbero andare solo meglio.
Vera MORETTI