Non è ancora chiaro il destino che tocca a due brand storici del marchio Perugina, le caramelle Rossana, appunto, quelle dure all’esterno e morbide dentro, con un pungente sapore di crema che tutte le nonne custodivano gelosamente in borsetta, e Ore liete, la linea di pasticceria secca tanto popolare negli anni 80.
Nestlé, la multinazionale proprietaria dal 1988 della celebre Perugina, famosa soprattutto per i baci di cioccolato, ha infatti dichiarato di volersi concentrare sul prodotto di punta dell’azienda per un rilancio mondiale e dismettere i marchi meno forti sul mercato. Alcuni sostengono che solo il marchio verrà dismesso, non la produzione, ma Carla Spagnoli, nipote della fondatrice Luisa, non sembra essere ottimista al riguardo.
Sono sempre meno i prodotti, soprattutto dolciari che ci fanno tornare bambini, dove sono finite ad esempio le caramelle Charms, rigorosamente all’arancia, che solo pochi anni fa sono state cedute alla Balconi? E chi si ricorda i bubble gum Elah, che nell’incarto custodivano avevano una finta banconota con i personaggi Disney: che permetteva di vincere altri tre chewing gum se si fosse trovata l’effigie di Paperone?
Sempre della Elah sono indimenticabili, e introvabili ormai le caramelle morbide dai gusti golosi come menta liquirizia, latte e menta, panna e fragola… di quelle che non si poteva mangiarne solo una.
Infine, non si tratta proprio di una caramella, ma di una merenda che ha sfamato – e sporcato le tasche, di molti quarantenni di oggi è il fruttino Zuegg che ancora oggi è in commercio, ma molto meno diffuso di un tempo. Si tratta di marmellata solida incartata nella pellicola trasparente: un’esplosione di dolcezza in bocca.
Ognuno di noi ha un ricordo particolare legato alle caramelle e alla propria infanzia, dalle ginevrine, le pastiglie di zucchero colorato vendute sciolte in enormi barattoli di vetro, alle caramelle mou, dalle caramelle all’orzo o al miele alle famose pastiglie Leone dai gusti più disparati, assenzio, violetta, cannella e camomilla, solo per citarne alcuni, che viene da chiedersi se non sia un po’ triste dover rinunciare anche a questi dolci ricordi.
Silvia GALLI
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