Il Crazy Horse compie 60 anni e il Festival del Cinema di Venezia che è alle porte (si terrà dal 31 agosto al 10 settembre con la sua eccellente Mostra) è pronto a celebrare il più erotico cabaret parigino di sempre, attraverso la presentazione del documentario Crazy Horse, del regista americano Frederick Wiseman.
Seni piccoli come mele, nudità virginali e proporzioni perfette su corpi che diventano tele per caleidoscopici spettacoli di luci e colori: sono questi gli elementi “cult” voluti sempre dal fondatore del cabaret erotico parigino per eccellenza, Alain Bernardin.
Era il 19 maggio 1951 quando fondò il suo locale all’indirizzo, centralissimo e sconvolgente, di Avenue George V, nel cuore di Parigi.
Cavallo Pazzo, poi, è la traduzione pedissequa della sua insegna. La si deve innanzitutto ai due portieri che da sei decadi aprono le porte di questo Paradiso dell’eros e della danza, indossando una impeccabile tenuta da polizia canadese a cavallo.
Dopo averli salutati, l’ingresso nel pazzo mondo “del Crazy” è un turbinio di luci, colori e musica le cui protagoniste sono ballerine e vedette, pornodive e attrici: più di 250 in sei decadi di attività.
Fra loro, nomi famosi: dall’italianissima Rosa Fumetto a Pamela Anderson, fino alla regina del Burlesque, Dita Von Teese. Gli spettacoli?
Di strip-tease, di danza, di musica e di colori, le cui prime donne si sono mostrate da sempre discinte ma pur perfette nei loro numeri di coreografie stilizzate, prive di alcuna volgarità.
Perché al Crazy Horse regna al massimo la ricerca della perfezione.
Si dice che l’obiettivo di Bernardin fosse proprio quello di inscenare il senso della classe, e per farlo, che amasse scegliere personalmente ogni ragazza della quale ricordare nome, volto e misure. Oltre che il fondoschiena: quello era, per il pigmalione del Crazy Horse, il vero punto di forza del fascino femminile.
Eleganza, perfezionismo, prove su prove e un grande senso estetico: gli ingredienti preziosi del successo del Crazy Horse delle origini sono gli stessi di oggi per regalare al pubblico, sempre numeroso ed esigente, ben 15 spettacoli a settimana.
Uno di essi è “Désirs”, creato dal coreografo Philippe Decouffle.
Sono le sue prove, il make up, le risate da backstage e molto altro ancora a mettere, letteralmente, a nudo il Crazy Horse nell’omonimo docu-film del regista americano il Frederick Wiseman: verrà proiettato alla Mostra del Cinema di Venezia (31 agosto – 10 settembre), nella sezione Giornate degli Autori.
Perderselo a Venezia? Per chi non riuscisse a gustarselo, il Crazy Horse è aperto 7 giorni su 7, a Parigi.
Paola Perfetti